«Terremoto paragonabile all’Aquila»
C’è l’Esercito, non escluse altre scosse

Il terremoto nell’Italia centrale «è paragonabile, per intensità, a quello dell’Aquila»: lo ha detto il capo del Dipartimento Protezione Civile Fabrizio Curcio.

«Un terremoto di magnitudo 6.0 si porta dietro una coda di repliche che saranno sicuramente numerose e tenderanno a diminuire di magnitudo però non si può escludere che ci possano essere scosse paragonabili a quella principale». È quanto afferma Andrea Tertulliani, sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, commentando il sisma che ha colpito il centro Italia alle prime ore del mattino.

«Ogni sequenza ha un suo comportamento particolare - aggiunge - però non possiamo escludere che finisca qui oppure che continui in altro modo. Dobbiamo solo monitorare l’andamento e i dati». Secondo il sismologo dell’Ingv le analogie con il sisma dell’Aquila nel 2009 riguardano la zona in cui è avvenuto che «è abbastanza vicina all’Aquila anche se in questo caso la magnitudo è più contenuta e, dal punto di vista sismo-tettonico.

La fascia appenninica che va dall’Umbria, Marche meridionali e Abruzzo è sede di una sismicità frequente e spesso molto forte».

È stato mobilitato l’Esercito per far fronte all’emergenza. Una componente del 6/o reggimento Genio di Roma, con mezzi speciali, è partita verso le zone colpite dal sisma. Squadre della scuola interforze Nbc di Roma sono già in prefettura, a disposizione delle autorità , insieme ad un ufficiale di collegamento.

«Il sistema di protezione civile è pienamente efficiente, vi sono difficoltà a raggiungere alcune località ed è stato già attivato il Genio militare. Le prestazioni sanitarie sono assicurate» ha detto il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio parlando del terremoto nell’Italia Centrale. Il numero delle vittime è in costante aggiornamento mentre la Protezione civile e i vigili del fuoco lavorano: il numero è purtroppo destinato a salire.

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