La Confindustria si tinge di rosa

Doppio passaggio delle consegne per i giovani imprenditori di Confindustria. Uno reale, l’altro solo prefigurato. Per la prima volta nella storia del gruppo giovani dell’Unione industriali è stata, infatti, eletta presidente una donna, Monica Santini, che succede ad Ercole Galizzi. E sempre Bergamo ha idealmente assistito, anticipandolo di qualche settimana, allo scambio delle cariche tra la presidente nazionale uscente dei Giovani imprenditori di Confindustria, Anna Maria Artoni, e quello entrante Matteo Colaninno. Entrambi erano a Bergamo, assieme al presidente regionale Alberto Marenghi, per presenziare all’assemblea locale che ha eletto alla guida Monica Santini.

Si tinge dunque di rosa l’Unione industriali di Bergamo. La Santini ai vertici dei giovani soffia sul filo di lana il primato di prima dirigente donna fra i gruppi di rappresentanza a Rita Melocchi, designata presidente della Piccola industria, che sarà eletta dall’assemblea solo il 7 marzo. La Melocchi, in ogni caso, resterà - nella storia quasi secolare dell’Unione industriali - la prima imprenditrice ad assurgere alla carica di vicepresidente provinciale.

I quattro (cinque compreso il regionale) erano ieri nella sede di via Camozzi dell’Unione industriali a discutere dei temi cari ai giovani imprenditori, primo fra tutti, ovviamente, quello legato al passaggio generazionale, che, tra l’altro, avviene in una fase molto delicata per l’industria e l’economia italiana e bergamasca. «Le nostre imprese - dice Galizzi - sono in buona parte nate attorno agli anni Settanta. Il problema, dunque, è sentito. Ci siamo resi conto che l’azienda non è un lascito ma una responsabilità. I manager possono benissimo affiancare gli imprenditori anche se i primi non hanno la responsabilità sociale che invece sentono i secondi. I manager possono delocalizzare con tranquillità, gli imprenditori hanno una coscienza legata al territorio, una sensibilità diversa». «I nostri genitori hanno fondato le imprese - ha chiosato Monica Santini - a noi tocca reinventarle».

(22/02/2005)

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