L'Italcementi soffre in Borsa
ma in Egitto l'attività continua

Italcementi, il marchio italiano più esposto in Egitto, soffre in Borsa, ma le attività nel Paese nordafricano proseguono normalmente: il titolo del gruppo nell'ultima seduta di Piazza Affari ha perso il 2,93% a 5,31 euro, portando il calo da Ferragosto al 10%.

Italcementi, il marchio italiano più esposto in Egitto, soffre in Borsa, ma le attività nel Paese nordafricano proseguono normalmente: il titolo del gruppo controllato dalla famiglia Pesenti nell'ultima seduta di Piazza Affari ha perso il 2,93% a 5,31 euro, portando il calo da Ferragosto al 10%.

Dopo il contestato taglio di inizio settimana del rating di Moody's, che secondo l'azienda ha usato lo «specchietto retrovisore» per fare le sue scelte, anche Credit Suisse ha emesso un report negativo, abbassando il giudizio sul titolo da «outperform» a «neutral», e riducendo il prezzo obiettivo da 6,8 a 5,9 euro.

Gli analisti della banca svizzera, in particolare, hanno tagliato le stime del margine operativo lordo e dei ricavi di quest'anno, con il fatturato che si attesterebbe a 4,1 miliardi contro i 4,48 del 2012. Per Italcementi l'Egitto vale oltre il 22% del margine operativo lordo complessivo (con il 18% del capitale investito) e quindi l'impatto di un possibile rallentamento delle attività peserebbe in misura ingente sui conti del gruppo.

Il timore, anche da parte degli analisti di Kepler Cheuvreux che la vedono più «nera», con un prezzo obiettivo a 3,5 euro, sta soprattutto nei rischi di approvvigionamento dell'energia alle fabbriche, in particolare per quel che riguarda il gas. Ma per ora nulla di tutto questo sta succedendo.

Il gruppo italiano in Egitto ha una ventina di impianti per la produzione di calcestruzzo e cinque cementiere: a Suez, Kattameya, Tourah, Helwan ed El Minya. Italcementi ripete che al momento nel Paese registra una riduzione della domanda tipica del periodo estivo senza significative interruzioni, mentre lavora soprattutto agli interventi per la sicurezza del personale, locale e italiano.

E da Bergamo non si mostrano particolari turbamenti per il report di Credit Suisse, mentre quella di Moody's era stata definita «una decisione affrettata, che non valuta appieno i sempre più tangibili risultati delle misure di efficienza sui costi e la forte posizione di liquidità».

Anche perché è vero che la Borsa fatica, ma non si tratta di un tracollo: nell'ultima seduta, nonostante l'evidente calo, gli scambi sul titolo non sono stati elevatissimi (pari a poco più del doppio della media quotidiana recente), segno che si tratta di una corrente di vendite non strutturale.

Ripercussioni minori o nulle sugli altri gruppi italiani con forte presenza in Egitto. L'altro marchio del settore, Cementir, che produce cemento bianco con il 13% del margine operativo lordo complessivo e il 9% del capitale investito, dall'inizio della crisi cede in Borsa il 7% mentre Eni (che in Egitto genera circa il 14% della produzione di idrocarburi con campi offshore) è in calo del 4%, abbastanza in linea con il listino generale. Nessun effetto per Pirelli (con un impianto di produzione ad Alessandria specializzato in pneumatici per camion) e per Intesa SanPaolo, che controlla la Banca di Alessandria.

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