Piccole imprese, in flessione
il costo del denaro

Calano i tassi in Bergamasca, ma non per gli affidati «più problematici». È l'interpretazione che si può dare dall'andamento rilevato dalla tradizionale analisi condotta dal comitato Piccola Industria di Confindustria Bergamo sui saggi d'interesse applicati dagli istituti bancari alle imprese industriali operanti sulla piazza orobica, laddove a fine maggio ad un calo generalizzato dei tassi medi e minimi rispetto ad aprile, è corrisposta una stasi per quanto riguarda i saggi «massimi».

IL MERCATO DI RIFERIMENTO
Se stiamo a guardare a quanto occorso sul mercato internazionale dei tassi d'interesse, anche il mese di maggio si è rivelato un periodo di raffreddamento per i saggi bancari. A testimoniarlo, ovviamente, l'indice di riferimento più utilizzato in ambito bancario, ovvero l'Euribor a 3 mesi che dall'1,457% fotografato a fine aprile, al termine dello scorso maggio si attestava invece a quota 1,310%. In pratica, la flessione si è attestata quantitativamente a quasi 15 centesimi di punto.

FLESSIONE QUASI CENTRATA
Ribaltando l'obiettivo e focalizzandoci sulla situazione che si è riscontrata sulla piazza bancaria bergamasca, l'analisi della Piccola industria evidenzia, in generale, un calo attestatosi leggermente sotto la media evidenziata dal tasso di riferimento. Tre "voci" su quattro (considerato che i tassi massimi non hanno subito variazioni) hanno registrato una contrazione di 10 centesimi di punto. Nello specifico, parliamo dei tassi medi sia per contratti di anticipo in conto corrente che con clausola di salvo buon fine: il primo sceso da quota 7,50 registrata ad aprile a quota 7,40% di fine mese scorso; il secondo passato nell'arco di un mese dal 3,60 al 3,50%. Stessa variazione (dieci centesimi di punto) è stata evidenziata dal tasso minimo applicato per anticipi in conto corrente: in questo caso dal 3,80 si è passati al 3,70% di fine maggio. Una variazione più consistente rispetto alla contrazione messa a segno dall'Euribor 3 mesi si è registrata per quanto riguarda il tasso minimo per anticipi salvo buon fine: in questo caso, infatti, la contrazione è stata pari a 20 centesimi di punto passando così dall'1,70 all'1,50%.

TASSI MASSIMI «INGESSATI»
Come detto, a fronte di una situazione che, tendenzialmente, si adeguava all'andamento generalizzato dei tassi europei, per quanto riguarda i tassi massimi (di fatto i saggi applicati ai clienti che si possono indicare come quelli più «a rischio») questi si sono mantenuti ai valori che già si erano registrati ad aprile: 11,50% per gli anticipi in conto corrente e 7% ai contratti di finanziamento salvo buon fine.

RIDUZIONI ASIMMETRICHE
Guardando alla situazione di un anno fa va sottolineato come i tassi minimi, medi e massimi per gli anticipi in conto corrente fossero pari rispettivamente a 6,75%, 8,.80% e 13,50%; per le operazioni in salvo buon fine a 4,50%, 5,40% e 8,20%. L'Euribor 3 mesi si attestava al 4,924%. In pratica, se l'Euribor in un anno è calato del 73,4%, le variazioni più «vicine» si registrano sui tassi minimi: -66,6% in salvo buon fine e -45,2% in conto corrente. Una via di mezzo (-35,2%) per il tasso medio in salvo buon fine. Meno 15,9% il tasso medio per anticipi in conto corrente, mentre il calo sui tassi massimi, si attesta intorno al 14,7%.

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