Tenaris, la proprietà ora dialoga
ma non farà retromarcia sul piano

La crisi occupazionale della Tenaris di Dalmine è giunta sui tavoli del consiglio regionale della Lombardia. Al Pirellone si è anche svolto un incontro con proprietà e rappresentanze sindacali. A chiedere la discussione è stato il consigliere del Prc Luciano Muhlbauer, il quale ha domandato quali «azioni la Giunta intenda intraprendere per salvaguardare i profili professionali» dell'azienda bergamasca, colpita dall'annuncio di un piano industriale che prevede 717 esuberi nel solo polo produttivo di Dalmine.

«La questione è scoppiata l'altro giorno - ha risposto l'assessore regionale al Lavoro, Gianni Rossoni - e stiamo cercando di assumere informazioni. Vogliamo innanzitutto capire quali sono state le condizioni per cui l'azienda ha adottato un piano che prevede mille esuberi. Tutto quello che sarà nelle nostre disponibilità lo metteremo in campo, a partire dagli ammortizzatori sociali».

Nel frattempo Antonio Caprera, direttore di produzione della Tenaris Dalmine, ha precisato che «non ci sarà retromarcia sul piano» anche se l'azienda intende «riflettere insieme ai sindacati fino a quando non troveremo un accordo congiunto».

Per Muhlbauer «la Regione dovrebbe mettere in campo tutto il suo peso istituzionale per ottenere una ridiscussione dell'intero piano industriale che scarica il peso della riorganizzazione solo sui lavoratori con un licenziamento di massa». Anche per Mirco Rota, segretario Fiom di Bergamo, «non c'è stata una presa di posizione della Regione» su un piano che vuole tagliare «717 lavoratori nell'unità produttiva di Dalmine, 119 a Costa Volpino, 64 ad Arcore - riferisce - e la chiusura dello stabilimento di Piombino».

Per il parlamentare Savino Pezzotta occorre poi un tavolo nazionale di confronto sulla Tenaris-Dalmine. Pezzota ha rivolto un'interrogazione al ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola, al quale chiede anche un «nuovo piano industriale meno pesante in termini di riduzione dei livelli occupazionali, tutelando i diritti e le prospettive dei lavoratori interessati». Pezzotta sostiene che «la riorganizzazione produttiva ipotizzata da Tenaris-Dalmine rappresenta una delle maggiori situazioni di crisi occupazionale in atto nel nostro Paese». Al governo Pezzotta chiede di «fornire risposte concrete anche sul tema della concorrenza cinese», dal momento che l'azienda è «leader mondiale nel settore siderurgico».

Sulla difficile situazione della Tenaris è intervenuto anche il ministro per la Semplificazione normativa e coordinatore delle Segreterie nazionali della Lega Nord Roberto Calderoli che venerdì 9 settembre incontrerà l’amministratore delegato della Tenaris Vincenzo Crapanzano. «E alla luce di questi incontri – spiega – sottoporrò la questione relativa alle problematiche occupazionali della Tenaris all’attenzione del Governo in generale e del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, in particolare».

Anche i sindacati, infine, non mollano la presa: «Il piano di riorganizzazione presentato da Tenaris Dalmine deve essere radicalmente rivisto. Come sindacato non possiamo accettare una proposta che prevede tagli così pesanti e addirittura la chiusura di uno stabilimento». A dichiararlo il segretario provinciale della Uilm Uil, Angelo Nozza, al termine dell'incontro in Regione. «Nel corso della discussione - ha sottolineato Nozza - è stato ribadito che quella annunciata la settimana scorsa è, al momento, una proposta. Cercheremo ora di capire, a partire già dai prossimi giorni, che tipo di possibilità ci siano per incidere concretamente sui numeri degli esuberi. Gli investimenti, infatti, vanno bene, ma non è accettabile che il Gruppo Tenaris pensi, a fronte delle risorse messe a disposizione, di poter procedere a tagli per 1.024 posti complessivamente, 836 dei quali soltanto nella Bergamasca». Le parti torneranno ad incontrarsi giovedì 8 ottobre, alle 10, nella sede di Confindustria Bergamo per esaminare il piano nei dettagli, a cominciare dallo stabilimento di Dalmine Sabbio: «In quella sede - ha concluso Nozza - verificheremo se vi sia effettivamente la disponibilità ad un dialogo costruttivo oppure se l'azienda pensi di procedere soltanto ad una rendicontazione di quanto già stabilito. In questa seconda ipotesi, noi confermiamo il nostro "no" ad un progetto che genera così tanti esuberi e mette in discussione l'esistenza stessa in particolare di un sito produttivo».

Sull'incontro in Regione è poi intervenuto anche il consigliere bergamasco dei Verdi Marcello Saponaro: «Spero che questo incontro non si riduca alla pura ritualità di ricevere le aziende in crisi. Purtroppo in questi casi la Regione sconta una certa debolezza di poteri, ma per avere un senso queste audizioni devono avere un seguito e una strategia di rilancio della presenza industriale più innovativa sul territorio. non possono esaurirsi in una chiacchierata informativa tra le parti. Per questo - aggiunge Saponaro - mi auguro che la Regione si faccia promotrice di una reale discussione tra i sindacati e i vertici aziendali che abbia come oggetto il piano industriale presentato lo scorso 28 settembre. Un piano che così com’è è decisamente troppo pesante per il territorio bergamasco».

Per il consigliere regionale della Lega Nord Daniele Belotti «è necessario tenere la massima attenzione alla situazione, vista anche la disponibilità da parte dell’azienda nel valutare il piano industriale. Tengo a sottolineare - dichiara - la responsabilità sociale che un azienda storica come la Dalmine ha con il territorio e tutti i bergamaschi. Se da un lato la Dalmine ha dato tanto alla comunità bergamasca, dall’altro ha anche ricevuto molto in termini di agevolazioni e sostegni da parte delle istituzioni locali. È il momento quindi che questo “credito” che hanno tutti i bergamaschi venga ricordato alla direzione della Tenaris. La Lega Nord è impegnata a tutti i livelli istituzionali per la salvaguardia dei posti di lavoro, dal Comune di Dalmine al Governo nazionale, passando per la Provincia e ovviamente per la Regione».

Scontenti dell'incontro al Pirellone Maurizio Martina, segretario regionale del Pd Lombardia e Giuseppe Benigni, consigliere regionale Pd: «Non è stato ottenuto alcun risultato significativo, anche perché la Regione non ha messo in campo risposte chiare sul fronte della politica industriale. Formigoni deve spendersi direttamente, e non solo sul fronte degli ammortizzatori sociali, perché la Tenaris Dalmine è un’azienda leader del settore siderurgico, competitiva sui mercati internazionali e capace di creare attorno a sé un sistema di cui è punto di riferimento. Un ridimensionamento dell’azienda, oltre a produrre costi sociali insostenibili, sarebbe un pessimo segnale per tutto il sistema produttivo lombardo».

Per Battista Bonfanti, consigliere regionale del Centro-Sinistra per la Lombardia «il quadro emerso è preoccupante: in particolare i dati che si riferiscono alla concorrenza estera, specie cinese, disegnano per il futuro della Tenaris un quadro di difficoltà che richiede un cambio radicale delle strategie produttive e commerciali. Urge quindi un confronto tra l’azienda, i lavoratori e le istituzioni in grado di creare prospettive nuove per il futuro dei dipendenti e delle loro famiglie».

© RIPRODUZIONE RISERVATA