Commercio e terziario sabato in sciopero

Una giornata di sciopero per rivendicare il diritto al contratto. È quanto metteranno in scena i lavoratori del settore commercio e terziario la giornata unitaria d’agitazione proclamata dai sindacati confederali nazionali di categoria di Cgil, Cisl e Uil. La giornata si svolgerà sabato 17, ma verrà anticipata a venerdì per i dipendenti delle imprese che non lavorano di sabato.

I 60 mila lavoratori del settore in provincia di Bergamo sabato saranno chiamati anche ad un presidio in piazza Vittorio Veneto. «Il contratto è scaduto a fine 2006 e dopo vari incontri e gli avvisi comuni in materia d’apprendistato il 25 settembre Confcommercio ha rotto le trattative annunciando il suo "no" all’accordo del 23 luglio e alle nostre richieste – spiega Paolo Agliardi, segretario provinciale Filcams-Cgil -. La posizione di Confcommercio è solo un alibi per rifiutare un confronto serio sulle richieste avanzate nella nostra piattaforma: dall’aumento salariale di 78 euro da raggiungere in due anni ai miglioramenti normativi per i part-time e i contratti a termine».

«Dopo una decina d’incontri si era giunti a un testo quasi definitivo, ma ora Confcommercio afferma che la nostra piattaforma è troppo onerosa e prevede un incremento del costo del lavoro del 9% senza contropartite - gli fa eco Maurizio Regazzoni, segretario provinciale Uiltucs-Uil -. È assurdo perché le loro richieste non sono mai state esplicitate al tavolo negoziale mentre noi chiediamo maggiore stabilizzazione dei rapporti di lavoro, a partire dall’organizzazione dei turni e degli orari e rilanciando la bilateralità».

«È inammissibile rompere una trattativa prendendo come riferimento il protocollo sul Welfare – aggiunge Roberto Corona, segretario provinciale Fisascat-Cisl -. È un attacco politico che non accettiamo e se Confcommercio non riprenderà il confronto siamo pronti a intraprendere nuove iniziative di lotta per riaffermare il diritto alla contrattazione».

(14/11/2007)

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