Schnider-Legrand, il tribunaleeuropeo spiazza Monti

Il Tribunale di prima istanza dell’Unione europea ha annullato ieri il veto opposto dal Commissario europeo alla concorrenza Mario Monti all’Opa di Schneider sulla Legrand.

Torna in campo la fusione tra le francesi Schneider e Legrand per la creazione di un grande polo elettromeccanico, un’operazione con dirette conseguenze anche in provincia di Bergamo dove sono presenti sia la Schneider, a Stezzano, con la ex Nuova Magrini Galileo, sia la Legrand, ad Azzano San Paolo, con la controllata B Ticino, con circa 800 lavoratori complessivamente. Il Tribunale di prima istanza dell’Unione europea ha annullato ieri a Lussemburgo il veto opposto dal Commissario europeo alla concorrenza Mario Monti all’Opa (Offerta pubblica d’acquisto) di Schneider sulla Legrand. Dopo la bocciatura del veto contro Airtours-First Choice a giugno, si tratta del secondo annullamento di un veto opposto ad una fusione da parte dell’esecutivo europeo nei dodici anni di vita dell’Antitrust comunitario.Con questo giudizio la separazione di Schneider da Legrand, già fusesi senza aspettare il verdetto di Bruxelles, viene «annullata, in quanto infondata a causa dell’annullamento del veto della fusione». La vicenda però non si conclude qui. Alla luce della sentenza, Schneider, che aveva acquisito il 98% di Legrand, dovrà valutare adesso se mantenere la sua quota oppure procedere all’operazione di vendita che aveva iniziato a intraprendere dopo il parere sfavorevole della Commissione europea, stringendo già accordi con Wendel Investissement e con la banca d’affari americana Kkr per vendere la sua partecipazione in Legrand.

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