Da una tempesta solare magnifiche aurore polari

Una nuova tempesta solare è arrivata  sulla Terra il primo dicembre ed è stata abbastanza intensa da causare spettacolari aurore in entrambi gli emisferi. E' stata classificata dagli astronomi nella classe G3, sulla scala che va da G1 a G5  indicata dall'Agenzia degli Stati Uniti per l'astmosfera e gli oceani, Noaa.

Intanto, uno studio pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal e guidato dall’Università giapponese di Nagoya, a cui ha partecipato anche l’Istituto Nazionale di Astrofisica, ha individuato una terza tempesta record tra quelle più estreme avvenute nel corso della storia, risalente al 1872: questa va quindi ad aggiungersi a quelle già note di Carrington del 1859 e della ferrovia di New York del 1921.

L’eruzione solare del primo dicembre 2023 non è comunque lontanamente paragonabile all’enorme tempesta solare che sarebbe avvenuta nel febbraio del 1872, che produsse aurore persino vicino all’equatore, visibili da città come l’indiana Mumbay e la capitale del Sudan Khartoum. Un gruppo di ricercatori provenienti da nove Paesi guidato da Hisashi Hayakawa, ha ora studiato in dettaglio questo evento, risalendo all’attività solare da cui ha avuto origine e tracciando i vasti impatti che ebbe sulla Terra: all’epoca, infatti, la tempesta interruppe buona parte delle comunicazioni via telegrafo per diverse ore, e i risultati mostrano che tempeste così estreme sono forse più comuni di quanto si creda.

Per ricostruire l'evento, gli autori dello studio hanno analizzato vecchi dati sulle macchie solari conservati in archivi storici soprattutto italiani e belgi, mentre per valutare l’impatto terrestre hanno utilizzato misurazioni del campo geomagnetico effettuate in vari luoghi. A questi si aggiungono anche oltre 700 resoconti, scritti in diverse lingue, di aurore generate dalla tempesta. Uno degli aspetti più interessanti dell’evento del 1872, chiamata tempesta Chapman-Silverman, fu che probabilmente ebbe origine da un gruppo di macchie solari di medie dimensioni ma molto complesso: questo suggerisce che anche macchie solari di dimensioni contenute possono innescare enormi tempeste geomagnetiche.

“I nostri risultati confermano la tempesta Chapman-Silverman del febbraio 1872 come una delle più estreme della storia recente”, afferma Hayakawa. “Tali eventi estremi sono rari. Da un lato, siamo fortunati a non aver visto tali super-tempeste nei tempi moderni. D’altra parte - continua il ricercatore - il verificarsi di tre super-tempeste di questo tipo in sei decenni dimostra che la minaccia per la società moderna è reale. Per questo la conservazione e l’analisi dei documenti storici sono molto importanti per valutare, comprendere e mitigare l’impatto di tali eventi”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA