Un lampo gamma da record contro l'atmosfera terrestre

Un lampo gamma da record ha colpito la parte più esterna dell'atmosfera terrestre,  la ionosfera. E' accaduto il 9 ottobre 2022 e lo ha scoperto la ricerca a guida italiana, pubblicata sulla rivista Nature Communications, da Università dell'Aquila, Istituto Nazionale di Astrofisica e Università di Trento, Vi hanno inoltre partecipato Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Università Telematica Uninettuno, Università di Bologna, Fondazione Bruno Kessler di Trento, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Agenzia Spaziale Italiana, Università Federico II di Napoli e Università di Roma Tor Vergata.

I lampi gamma sono generati da fenomeni cosmici violenti, come la fusione di una stella di neutroni con una gemella o con un buco nero, o il collasso di una stella massiccia. Il fatto che un fenomeno simile abbia raggiunto la ionosfera è importante perchè la stabilità dell'atmosfera terrestre gioca un ruolo fondamentale per l'evoluzione della vita sulla Terra e la protegge dai fenomeni ad alta energia, come i lampi gamma, che possono causare disturbi quando i fotoni super-energetici interagiscono con quelle dell'atmosfer,a rendendole elettricamente cariche.

"Finora c'era la convinzione che questo tipo di perturbazione si verificasse soltanto nella ionosfera inferiore", dice all'ANSA Mirko Piersanti di Università dell'Aquila e Inaf, primo autore dello studio. "Nessuno pensava che interessasse anche la fascia superiore, che si estende oltre i 350 chilometri di altitudine".

"La scoperta si deve ad un colpo di fortuna: la missione italo-cinese Cses (di Agenzia Spaziale Italiana e Cinese) ci ha permesso di registrare la perturbazione nell'alta ionosfera proprio in concomitanza con l'arrivo del lampo gamma, grazie ad uno strumento che misura il campo elettrico", prosegue Piersanti, che ha guidato lo studio insieme a Roberto Battiston dell'Università di Trento e a Pietro Ubertini, Angela Bazzano, Giulia D'Angelo, James Rodi e Piero Diego dell'Inaf ,

Il lampo gamma noto come GRB 221009A, che al momento del suo scontro con l'atmosfera terrestre, nel 2022, è stato rilevato da molti satelliti, tra cui  Integral dell'Agenzia Spaziale Europea, ha avuto origine a circa 2 miliardi di anni luce dalla Terra. Ciò rafforza l'idea che un lampo gamma prodotto all'interno della Via Lattea potrebbe avere conseguenze molto più gravi.

"Nello scenario peggiore - osserva Piersanti - potrebbe distruggere anche lo strato di ozono", cioè quello strato compreso tra 15 e 35 chilometri di altitudine che filtra le radiazioni ultraviolette nocive per gli organismi viventi. Si ipotizza, ad esempio, che questa possa essere la causa di alcuni degli eventi di estinzione di massa che sono avvenuti in passato sulla Terra. "Per questo motivo - conclude il ricercatore italiano - ora vogliamo cercare di capire la soglia alla quale potrebbe avvenire un evento di questo tipo".

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