La scelta dei bambini

Esorcizzare i fantasmi. Di solito è un’operazione da psicanalisti, da venerdì notte è diventata una pratica famigliare per sfuggire alla paura nella foresta globale. Tutti ci stiamo alzando male la mattina e ciascuno reagisce come sa e come può. Vorremmo poterci svegliare il 13 e cambiare con una telefonata gli effetti del destino, ma il massacro di Parigi è avvenuto, com’era avvenuto l’11 Settembre, come avvengono le stragi dolorose e folli in Asia e in Africa.

La firma è sempre la stessa: il terrorismo fondamentalista. E nel momento in cui aggiungiamo la parola «fondamentalista» sappiamo che nove volte su dieci è islamico.

E allora? E allora nei bar e sui social (è lo stesso posto, giusto così) torna la diffidenza nei confronti dei migranti, la voglia di muri di cemento e di muri dell’anima. Per sconfiggere gli assassini incappucciati dell’Isis servono nervi saldi, una coalizione forte, un’organizzazione interna in grado di operare i riconoscimenti con rapidità e serietà (purtroppo non esiste) e un cuore capace di guidare il cervello oltre la paura. Ma per annichilire chi vuole dividere dobbiamo essere bravi a unire. C’è un aneddoto sentito alla radio che riassume tutto. Domenica in un quartiere popoloso e multietnico di Torino c’era una festa di bambini in un oratorio. Si sono presentati solo i torinesi e i genitori erano in imbarazzo; gli stranieri assenti per ciò che era accaduto e gli italiani presenti perché avevano capito il motivo delle assenze. Il problema lo hanno risolto i bimbi, andando a chiamare casa per casa i loro amici immigrati - marocchini, senegalesi, romeni - per farli uscire. Affrontare il mondo insieme è sempre una buona soluzione.

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