Licenza media

di Giorgio Gandola

La notte prima degli esami è stata uguale a quella di tutti gli altri. «Non ho dormito per la tensione». Poi Francesca Careddu è entrata nella scuola media Maccioni di Nuoro, ha declinato le generalità.

La notte prima degli esami è stata uguale a quella di tutti gli altri. «Non ho dormito per la tensione». Poi Francesca Careddu è entrata nella scuola media Maccioni di Nuoro, ha declinato le generalità, ha affrontato con serietà e un pizzico d’emozione il test, e poco prima di mezzogiorno ha ascoltato il verdetto: «Il candidato ha superato brillantemente l’esame e ora ha la licenza media». A differenza di tutte le altre ragazze, la Francesca non ha voluto esultare, ma solo baciare più volte l’attestato giustificandosi così: «A 99 anni è meglio non fare i ragazzini».

Negli anni Venti aveva dovuto sospendere gli studi per aiutare la famiglia a raccogliere le olive, poi la sua mamma s’era ammalata di bronchite asmatica e lei l’ha sostituita nelle faccende di casa. Così è stata ritirata definitivamente da scuola. S’è sposata presto, ha avuto otto figli e quella licenza media era rimasta lì come un sogno impossibile. Oggi per sentirci realizzati pensiamo a un viaggio dall’altra parte del mondo, a un monolocale a Parigi, a un’auto sportiva.

Nonna Francesca ha sognato per tutta la vita la licenza media. Ha visto figli e nipoti laurearsi, ha accompagnato suo marito all’ultimo viaggio e anche a lui ha promesso: se mi aiuti ce la faccio. E ieri era lì, con le rane nello stomaco come una ragazzina di 13 anni, davanti alla commissione d’esame. Tema d’italiano, matematica, l’orale: tutto bene. Agli altri studenti ha detto: «Tranquilli, se l’ho passato io voi lo passerete al volo». Poi ha sorriso come chi ha un’intera vita davanti. Grazie.

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