Multato il buon senso

di Giorgio Gandola

Ha visto la spiaggia cosparsa di rifiuti per un giorno, due giorni, sette giorni. All’ottavo ha deciso di pulirla. Per due motivi: rendere giustizia all’arenile di Piscinas (provincia di Cagliari), chiamato non a caso così. E impedire che si trasformasse in una discarica per il maledetto effetto emulazione.

Ha visto la spiaggia cosparsa di rifiuti per un giorno, due giorni, sette giorni. All’ottavo ha deciso di pulirla. Per due motivi: rendere giustizia all’arenile di Piscinas (provincia di Cagliari), chiamato non a caso così. E impedire che si trasformasse in una discarica per il maledetto effetto emulazione.

La disponibilità di Ilaria Montis, archeologa, non è stata però premiata e la signora, come ringraziamento per la buona volontà, qualche giorno dopo si è vista recapitare a casa una multa di 167 euro per aver conferito i rifiuti in un cassonetto fuori dal suo comune. Come le ha spiegato il vigile al quale s’è rivolta per protestare «non essendo residente non poteva gettare le buste a Cagliari».

L’intenzione era ottima, ma il risultato frustrante: capita spesso quando nel rapporto fra cittadino e Stato si inserisce con la sua distruttiva potenza la burocrazia. La vicenda è illuminante: per la pubblica amministrazione conta più la forma della sostanza.

E l’approfondimento del capo dei vigili di Cagliari non può che confermarci questo indirizzo. «Il regolamento comunale parla chiaro, i rifiuti andavano conferiti in altro comune. Nel momento in cui raccogliamo un rifiuto dobbiamo tener presente che è come se l’avessimo prodotto noi e dunque ce ne assumiamo la responsabilità». Poi offre un consiglio alla signora delusa: «Poteva spostarli in un angolo e poi avvisare l’amministrazione di provvedere a una raccolta straordinaria». Così non avrebbe preso la multa e i rifiuti sarebbero rimasti in Piscinas per l’eternità.

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