Il Gambero Rosso
premia La Montina

Una serata gastronomica a Villa Baiana, la soddisfazione per i "tre bicchieri" del Gambero Rosso al Vintage Riserva 2004 Extra Brut, la presentazione del nuovo rosé e l'inaugurazione della mostra di Paolo Menon hanno caratterizzato la chiusura dei festeggiamenti per il ventennale dell'azienda franciacortina La Montina di Monticelli Brusati.

Il 2010 è per le Tenute La Montina una data importante: una nuova fase della storia iniziata nel 1987 con la prima vendemmia commercializzata nel 1990, per giungere a quella del Ventennale 2007, in degustazione dal 2010.

Per celebrare le prime 20 vendemmie, la famiglia Bozza – titolare dell'azienda - ha rinnovato non solo l'immagine grafica aziendale, ma anche il design delle bottiglie nei formati Classico, Magnum e Jeroboam. La nuova immagine è stata creata dall'artista Paolo Menon, membro del Museo della Permanente di Milano, noto per la sua passione e conoscenza del mondo dell'enologia, che nel corso della serata ha illustrato lo stile di oggi dell'azienda.

Gli elementi sculturali della nuova bottiglia esprimono da subito eleganza e austerità: dalle linee sinuose dell'ampolla, il lungo collo riceve alla base un cammeo fuso nel vetro, raffigurante due leoni che reggono una tiara. L'altorilievo intende fondere simbolicamente la cultura bresciana del territorio rappresentato dal leone dell'antica Brixia fidelis (motto blasonato della città di Brescia), all'orgoglio leonino de La Montina radicata nella seicentesca tenuta di campagna bresciana appartenuta a Benedetto Montini – avo di Papa Paolo VI – da cui inoltre prese nome la collina retrostante. Ogni etichetta è stata declinata nei sei colori che contraddistinguono le altrettante tipologie dei Franciacorta La Montina.

Durante la serata, è stata visitata al vicino Museo d'Arte contemporanea Remo Bianco la personale di Paolo Menon dal titolo «Oinòdes». E se il titolo è preso a prestito da un'antica locuzione greca il cui significato è «che sa di vino», il sottotitolo chiarisce esplicitamente il suo rapporto con l'arte: «Le forme del bere e altre che sanno di vino, ispirate alla mitologia ellenica, all'eros, alla religione, alla politica».

La mostra resta aperta fino al 27 febbraio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA