Nuove cure
contro il Les

Opera come un controllore di volo che evita la concentrazione di aerei su un aeroporto. Così un nuovo farmaco biologico, il primo da 50 anni a questa parte per il lupus eritematoso sistemico (LES), malattia infiammatoria cronica autoimmune, impedisce nel sistema immunitario la concentrazione di linfociti B e la produzione degli autoanticorpi che attaccano e distruggono i tessuti.

Il nome scientifico è Belimumab, anticorpo monoclonale prodotto da GSK disponibile in Italia dallo scorso mese di marzo.

Il LES può colpire qualsiasi tessuto o organo dello stesso paziente, provocando uno stato di infiammazione cronica, attiva e persistente. Se ad esempio attacca i reni, produce un tessuto cicatriziale che ne impedisce il funzionamento. Finora, questa malattia, che colpisce soprattutto le donne in età fertile, in un rapporto 9 a 1 rispetto agli uomini e interessa in Italia 25 mila persone, è stata curata con terapie non specifiche a base di antinfiammatori, cortisone, immunosoppressori, antimalarici.

«Ma grazie a una maggiore conoscenza della malattia – spiega Pierluigi Meroni, reumatologo dell' Istituto Gaetano Pini di Milano – nell'ultimo decennio la prognosi è molto migliorata nel breve termine, garantendo una sopravvivenza al 95% a cinque anni dalla diagnosi. Il problema era mantenere lo stato di cronicità nel lungo termine, quando si ricorreva a lunghi trattamenti anche con cortisone, che comporta effetti collaterali pesanti».

«Per questo – afferma Andrea Doria, docente di reumatologia all'Università di Padova – belimumab è stato accolto con molto favore. Il farmaco va a bloccare l'attività biologica del BLyS, una proteina naturale necessaria alla sopravvivenza dei linfociti B e alla loro trasformazione in plasmacellule mature, che in un individuo sano producono gli anticorpi. Nel LES, invece, valori elevati di BLyS possono favorire la sopravvivenza di linfociti B "autoreattivi" e la produzione di 'autoanticorpì che attaccano e distruggono i tessuti dell'organismo. Ma si è visto che l'azione di questo farmaco, se aggiunto alla terapia standard, migliora l'attività cronica della terapia nel tempo». (ANSA).

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