Semplice e artigianaleGiorgia lancia il suo progetto

Ottava puntata in giro per la città alla ricerca di giovani stilisti bergamaschi. Dopo Cherry Kiss, Re Logo, Moki, Marinella Confezioni, Labò, Taglio e Muso, ecco Giorgia

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Quando parla muove la mani come se stesse disegnando nell’aria. Le lunghe e ossute dita creano nell’invisibile modelli che raccontano un progetto: quello di capi senza tempo nè spazio, morbidi e allegri. Come lei. Giorgia Totaro è di Ranica e ha 26 anni, una laurea in Design della moda al Politecnico di Milano e tanta esperienza che ogni giorno accumula nel laboratorio milanese «Marialarosa» specializzato nella creazione di borse.Tutto per un sogno che ogni giorno che passa è più concreto: istituzionalizzare il suo marchio «Giorgia» e trasformarlo nella «Bottega di Giorgia» grazie anche alla collaborazione della sorella che già ora la aiuta nell’ideazione dei capi moda che lei realizza.Ma come è iniziato questo percorso? «Da delle spille in lana cotta che andavano a ruba in alcuni negozi bergamaschi dove le avevo proposte» spiega Giorgia che ha proseguito con capi all’uncinetto e a maglia. «Ho iniziato guardando mia madre - racconta -. Ora sono io che spiego a lei come finire un punto o chiudere un modello». Arti antiche sapientemente tramandate per generazioni, c’è poi «la mia splendida zia che mi ha insegnato i trucchi del cucito». Con una particolarità: la zia insegnava le regole degli orli e delle rifiniture e Giorgia le stravolgeva per capi che di finito hanno solo la bellezza: «Non amo gli orli» dice lei, come se non volesse mettere la parola fine alle sue creazioni. «Amo i tessuti naturali, lasciarli così come sono» commenta mentre si avvoltala una fusciacca attorno al polso.Si muove Giorgia, proprio come i suoi abiti, rigorosi e puliti. Lana, cotone, strati di tessuto che lei annusa prima di iniziare a cucirli. «E poi pochi schizzi, quasi mai bozzetti - spiega -. Vivo d’istinto, lavoro con le forbici e parto dal taglio e da un’idea». Che può aver inizio da una forma, da qualcosa di visto per la strada, ma anche da un’emozione. «Da un bisogno personale, da come sento gli abiti addosso e da come considero io la moda». Che ora per lei è esclusivamente semplicità, con capi che si muovono da soli tra pantaloni arabi, abiti dalle alte fusciacche di stoffa che si possono indossare in più modi. Tutti modelli che avvolgono senza segnare il corpo, all’insegna del rigore e della comodità. Come le felpe e le gonne in lana cotta e pile, le sciarpe elasticizzate, i grandi cappelli di lana e i maglioni all’uncinetto. Abiti che appesi a un manichino sono geometrici ma che si trasformano addosso e prendono le forma del corpo, senza segnarlo troppo: «Lo coprono, lo scaldano - sorride -. Sarà che sono una freddolosa cronica, sarà che amo l’inverno...». Sarà che Giorgia conosce il gusto delle più giovani e i suoi capi - tutti con un nome ben preciso e numerati nella loro limitata riproduzione - stanno iniziando a farsi conoscere anche grazie alla collaborazione della giovane stilista con l’atelier Flamingo di Daniela Chignoli in piazza Pontida 18b. «La bottega di Giorgia è un sogno che sto costruendo piano piano» continua Giorgia e la sensazione è che ci sta riuscendo benissimo. Basta lasciarsi trasportare da un paio di forbici e una passione.

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Fabiana Tinaglia(17/09/2008)

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