Acqui Terme brinda all'eccellenza:
Brachetto e visite agli storici castelli

E’ difficile dire quale sia la stagione migliore per visitare le terre di acque e di vini. Certamente non è facile dirlo per l’Acquese. Certamente, però, questo inizio di settembre è un buon periodo Abbondano le facce soddisfatte, i colori della campagna e della collina sono da tavolozza di pittore, le feste e le sagre non mancano. Soprattutto quelle che festeggiano l’avvenuta vendemmia che quest’anno dicono essere particolarmente felice e per la qualità e per la quantità.

L’epicentro dei festeggiamenti è Acqui Terme che nei giorni scorsi ha brindato con l’eccellenza della sua produzione vinicola: il Brachetto. Superfluo dire che da quelle parti non si beve mai da soli e che quindi al rito del brindisi con il vino aromatico che ha ricevuto la Docg nel 1996, ma che è conosciuto fin dal tempo dei romani seppur sotto il nome che non è certo un buon biglietto da visita per un vino: vinum acquense. Ovviamente il riferimento era al territorio ricco di acque termali, non certo al metodo di produzione del vino. Insieme con il vino, o con il pretesto di andare alla ricerca del vino si può andare anche alla scoperta di un territorio ricco di storia e di lasciti della storia. Che per lungo tempo è passata da quelle parti a poca distanza da Milano, attaccata ad Alessandria e al Monferrato e a due passi dalle langhe.

A raccomandare da sempre la valorizzazione del binomio vino-territorio è lo stesso Paolo Ricagno, presidente del Consorzio di tutela dei vini di Acqui, che in un recente convegno sul Brachetto tenutosi a Villa Ottolenghi di Acqui, ha ribadito: “Bisogna fare conoscere il territorio e far sì che i turisti conoscano le eccellenze vinicole e alimentari che in questo territorio vengono prodotte”. Per quanto riguarda le eccellenze architettoniche c’è da segnalare che fino al 25 ottobre restano aperti, e dunque visitabili, nel territorio alessandrino ben 35 castelli e ville che di questa stagione si presentano in uno scenario straordinario offrendo panorami di grande suggestione.

A cominciare da Villa Ottolenghi che domina l’abitato di Acqui Terme. Una costruzione realizzata negli anni Venti del secolo scorso, interessante per quel che vi viene conservato oltre che per l’architettura, cui hanno messo mano architetti di grande nome come D’Amato e addirittura Piacentini. Gli Ottolenghi si sentivano un po’ come i mecenati rinascimentali e avevano chiamato a lavorare, e ad abitare in una apposita dépendance, artisti di grande qualità. A completare il tutto i giardini con una grande vasca-piscina corredata di panchine e poltrone di marmo girevoli. Sempre ad Acqui c’è il Castello dei Paleologi la cui parte più antica risale al 1400. Proprietà dei marchesi Paleologi, è passata di mano entrando nella disponibilità dei Savoia.

Il parco è un ottimo punto per l’osservazione ornitologica. A pochi chilometri da Acqui, a Bergamasco, c’è un altro monumento architettonico, il Castello di Bergamasco con un giardino ricco di alberi rari e secolari. Facendo base ad Acqui, nel raggio di pochi chilometri si possono visitare anche il Castello di Tagliolo con la sua caratteristica torre quadrata realizzata prima dell’anno Mille, e poi ancora A Rocca Grimalda il Castello Malaspinta Grimaldi, una costruzione realizzata a picco sull’Orba, interessante anche il castello di Orsara Bormida con la sua peculiare torre ottagonale. Insomma: tra ville imponenti e castelli da buen retiro non c’è che l'imbarazzo della scelta. Basti pensare che nella sola provincia di Alessandria, sono ben 35 gli edifici storici che accolgono i visitatori fino ad autunno inoltrato.

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