Scommesse, Bellavista: «Doni?
A me non risultano combine»

Così parlò Bellavista. Nove ore, per la precisione. Per segnare un altro punticino a favore dell'Atalanta e di Doni. Niente a che fare, però, con il romanzo di De Crescenzo. L'ex capitano del Bari è stato ascoltato dai procuratori della Figc a Bitonto.

Così parlò Bellavista. Nove ore, per la precisione. Per segnare un altro punticino a favore dell'Atalanta e di Doni. Niente a che fare, però, con il romanzo di Luciano De Crescenzo. L'ex capitano del Bari è stato ascoltato ieri dai procuratori della Figc nella sua casa di Bitonto, dove si trova ai domiciliari dal 16 giugno, e ha risposto su tutte le 18 partite contenute nell'ordinanza di Cremona e su «nomi nuovi» che sarebbero emersi dagli interrogatori di altri indagati.

Bellavista ha ammesso di essere uno scommettitore, di aver scommesso in base a «dritte» poi rivelatesi sbagliate e di conoscere molti giocatori ed ex giocatori (come Gianfranco Parlato e Stefano Bettarini). Gli è stato chiesto dei suoi rapporti con Doni, Santoni e Gervasoni ma ha negato qualsiasi combine su partite dell'Atalanta e il coinvolgimento di Doni.

Intanto emerge un nuovo dettaglio sull'interrogatorio dell'allibratore Massimo Erodiani reso al pm di Cremona il 22 giugno (il terzo dopo quello del gip e il precedente del pm), che avrebbe confermato giovedì agli uomini di Stefano Palazzi: il rapporto diretto tra Gianfranco Parlato e il capitano dell'Atalanta.

«Sono al corrente del fatto che Parlato avesse rapporti diretti con Doni. Sapevo che quest'ultimo era un accanito giocatore», sono le parole esatte scritte nel verbale. Erodiani si riferisce alla partita Atalanta-Piacenza 3-0 del 19 marzo.

Il dentista Marco Pirani aveva dichiarato che Parlato era arrivato a Doni attraverso Santoni, «amico fraterno» del capitano. Erodiani spiega - ma questo stralcio del verbale era già noto - che «quando le quote sono crollate è sorta l'esigenza di trasformare l'Over 2.5 in Over 3.5, nel senso che dovevano essere segnate almeno quattro reti. Io mi sono rivolto a Paoloni prospettandogli questa esigenza e lui mi ha rappresentato che il portiere Cassano del Piacenza non era disposto ad incassare quattro gol ma al massimo tre. In caso contrario avrebbe preteso altri euro, 10.000 solo per lui. A questo punto mi sono rivolto a Parlato e gli ho chiesto di contattare i giocatori dell'Atalanta per verificare se questi erano disposti a far fare un gol al Piacenza… Parlato mi ha risposto che erano disposti a farsi fare un gol a risultato acquisito».

A questo punto si è inserito il discorso relativo alla stretta di mano tra Doni e Gervasoni che avrebbe dovuto sancire l'accordo». Il gruppo dei «bolognesi», però, non avrebbe più giocato la partita. Sarebbe più che mai utile, per la giustizia sportiva, sentire anche Parlato: inizialmente fissato in calendario per il 6 luglio, l'interrogatorio non è mai avvenuto. L'avvocato infatti non ha ricevuto la convocazione.

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