Lo staff medico: «Sul campo c'era tutto
Non usato il defibrillatore, non serviva»

Sul campo i soccorsi a Mario Morosini sono stati immediati, massaggiatori, medici e paramedici hanno effettuato le prime cure necessarie. «Sul campo avevamo tutto, ossigeno, ambu e 2 defibrillatori», ha confermato l'infermiere Marco De Francesco a una radio pescarese.

Sul campo i soccorsi a Mario Morosini sono stati immediati, massaggiatori, medici e paramedici hanno effettuato le prime cure necessarie. «Sul campo avevamo tutto, ossigeno, ambu e 2 defibrillatori», ha confermato l'infermiere Marco De Francesco a una radio pescarese.

E lo stesso medico del Pescara, Ernesto Sabatini conferma che «quando c'è un arresto cardiaco, come nel caso di Morosini, prima bisogna fare il massaggio cardiaco, per almeno un paio di minuti: poi, se ci sono segnali elettrici, allora entra in funzione il defibrillatore. Ma sul campo il defibrillatore non è stato usato perché è uno strumento che rileva automaticamente gli impulsi, e - come in questo caso - se non c'è impulso la macchina non parte».

Per un attimo, ha confermato Sabatini, il ragazzo si era ripreso, poi però di nuovo il dramma. «Quindi se non c'è impulso elettrico dal cuore - spiega il medico - o se il cuore ha ripreso a battere, il meccanismo automatico del defibrillatore non si mette in funzione. Per un attimo il ragazzo si era ripreso, quindi non serviva».

«Poi so che in ambulanza hanno provato ancora ma senza esito, e che quando è giunto al Pronto Soccorso la prima cosa che hanno fatto è stata provare a mettere un pace maker via endovena proprio per ridare elettricità al cuore», ha spiegato il medico sociale del Pescara.

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