Intervista al ct Prandelli
«Sogno Favini agli Europei»

«Favini? L'ho sentito, ma adesso che ci penso non gli ho detto la cosa più importante: se andiamo avanti mi piacerebbe averlo là, con me. Oh, scrivilo, questo è un invito per Mino, glielo faccio attraverso di voi…». Cesare Prandelli non cambierà mai.

«Favini? L'ho sentito, ma adesso che ci penso non gli ho detto la cosa più importante: se andiamo avanti mi piacerebbe averlo là, con me. Oh, scrivilo, questo è un invito per Mino, glielo faccio attraverso di voi…». Cesare Prandelli non cambierà mai, neppure la divisa della Nazionale e cento persone in conferenza stampa lo cambiano.

All'incontro ufficiale con i media che segna l'avvio dell'avventura europea della sua Italia, nel solenne auditorium di Coverciano, il suo tono è amichevole, quando possibile goliardico («Platinì dice che facevo tanta panchina? È vero, avrò imparato lì… ma erano in tanti a chiedermi i giudizi a fine partita… Sì, anche lui, anche Michel…»).

E appena la situazione lo rende possibile, si veste da bergamasco-atalantino. «Ragazzi, bello vedervi qui... Bergamo a Coverciano… in Nazionale…». Mister, ci ha portati lei. Sa, Cigarini e Schelotto…
«Sono qui per i loro meriti. E per quelli dell'Atalanta. Ha vissuto una stagione straordinaria, partire da -6 e ritrovarsi salvi a marzo e a metà classifica a fine campionato è più di un'impresa. L'Atalanta è stata la squadra rivelazione della serie A. Merito della società, dell'ambiente, di Colantuono che ha proposto una squadra sorprendente solo per chi non conosce Bergamo. Ma io a Zingonia mi sento a casa…».

Cigarini e Schelotto sono il premio alla stagione?
«Beh, Cigarini è già stato con noi, non è una sorpresa. È un giocatore moderno, che sa proporre grande qualità. Se hai un centrocampista come lui, sai che porta del valore aggiunto».

E Schelotto?
«Questo è un premio alla stagione sua e dell'Atalanta, certo, ma soprattutto la considero un'occasione per conoscere più da vicino un ragazzo del quale tutti mi parlano bene. Chi ha lavorato con lui mi racconta la sua grande intensità. Voglio capire».

Bergamo se la porterà all'Europeo? Lei e Montolivo sì, ma i nostri due?
«Vedremo, adesso lavoriamo e poi faremo le scelte. Io mi sento per un pezzo atalantino, quando vengo a Zingonia da Favini mi sento a casa…».

Leggi tutta l'intervista di Serina al ct su L'Eco di martedì 22 maggio

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