Montolivo arriva in Nazionale

A quasi tre anni esatti di distanza, la Nazionale torna a pescare a Bergamo. Riccardo Montolivo ieri sera è stato convocato da Roberto Donadoni per la sfida con la Georgia di sabato prossimo a Genova, una partita valida per le qualificazioni agli Europei. L’ultimo bergamasco a giocare in Nazionale era stato Ivan Pelizzoli nel novembre del 2004.

Per il centrocampista di Caravaggio si tratta della prima convocazione nella Nazionale maggiore. Stasera potrebbe raggiungere Coverciano addirittura a piedi, visto che abita più o meno a un chilometro dal centro tecnico azzurro. Ma se glielo avessero detto, a piedi ci sarebbe andato anche da Caravaggio, pur di vestire la maglia della Nazionale. Ieri sera era felicissimo, perché la chiamata, raccontano fonti vicine al giocatore, sotto sotto se l’aspettava, ma non per la gara con la Georgia, quanto per l’amichevole del 17. Quindi quando un’ora e mezzo dopo la partita con la Juventus ha ricevuto la telefonata dalla Federazione, è rimasto anche un po’ sorpreso, piacevolmente sorpreso. Ma in fondo la chiamata era nell’aria viste le prestazioni sempre più convincenti del «Monto».

«Non sono affatto sorpreso da questa convocazione - ha espresso tutta la sua gioia anche Mino Favini -, ma sono davvero contento per lui. Sapevamo tutti che prima o poi la chiamata sarebbe arrivata, ma magari non si pensava così presto. Riccardo ha bruciato le tappe. Pensare che nemmeno Prandelli, con cui ho passato la serata venerdì, sapeva di questa convocazione». Favini venerdì era a Firenze con la Primavera e ha avuto modo di parlare a lungo con il tecnico della Fiorentina. «E mi ha confermato che il ragazzo è cresciuto molto e s’è tonificato anche muscolarmente. Quando era piccolino all’Atalanta già mostrava di avere grandi qualità, ma c’era il dubbio per una struttura un po’ troppo esile, ancora da bambino. Adesso è cambiato, l’ho visto anche con la Juventus, ora è diventato difficile buttarlo giù, dargli una spallata. La cosa che più mi ha impressionato è che ha imparato a fare benissimo entrambe le fasi, oltre a costruire gioco, sa recuperare palla e contrastare. È un po’ l’evoluzione di Pirlo e Prandelli gli ha trovato il ruolo ideale. Ora questa convocazione è un premio anche per tutto il settore giovanile dell’Atalanta».

Il suo primo scopritore, Gigi Rossi, non nasconde l’emozione: «Mi ricordo ancora benissimo la prima volta che l’ho visto giocare. Era il 24 ottobre del 1992, giocava da libero con il numero 5 nel Caravaggio contro la Fiorita. Mi impressionò subito la tranquillità e la padronanza con cui già allora giocava il pallone. A fine partita avvicinai il suo allenatore, Costante Pisoni. Gli dissi che il ragazzo mi piaceva e lo volevo portare all’Atalanta, peccato solo fosse un 1984 perché era un po’ magrolino. Pisoni mi rivelò che in realtà era un 1985. Avevano falsificato l’anno di nascita perché altrimenti non avrebbe potuto giocare, non avendo ancora otto anni. Ma non potevano dirlo altrimenti avrebbero perso la partita».(08/10/2007)

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