Arriva l'ok finale dei Paesi Ue alla riforma mirata della politica agricola comune

BRUXELLES - Meno controlli a carico degli agricoltori, deroghe agli obblighi ambientali per accedere ai fondi Ue e procedure riviste per la modifica dei piani strategici nazionali. I Paesi membri Ue hanno approvato al Consiglio Ue Istruzione le misure di riforma mirata della Politica agricola comune (Pac) proposte dalla Commissione europea per rispondere alle proteste dei trattori degli ultimi mesi in tutta Europa. Solo la Germania si è astenuta.

La revisione mirata prevede maggiori flessibilità su alcuni obblighi sulle colture e il maggese (le cosiddette condizionalità ambientali) per accedere ai fondi della Pac, oltre che un'esenzione dai controlli per le piccole aziende agricole inferiori a 10 ettari. Una misura che secondo le stime di Bruxelles riguarderà il 65% dei beneficiari della Pac. Accordata inoltre maggiore flessibilità a concedere esenzioni dalle regole "in caso di problemi causati da condizioni meteorologiche estreme". Le misure di semplificazione sono state approvate con iter di urgenza a soli due mesi dalla proposta della Commissione europea del 15 marzo. Dopo il via libera in plenaria a Strasburgo a fine aprile, la conferma degli Stati è arrivata nel corso della riunione dei ministri dell'Istruzione in corso a Bruxelles, ovvero il primo Consiglio Ue utile. Una volta che il regolamento entrerà in vigore, entro la fine di maggio, gli agricoltori dell'Ue potranno applicare retroattivamente le nuove norme relative ai requisiti ambientali per il 2024 e continuare ad applicarle fino a fine 2027. "In pochi mesi abbiamo ottenuto un riorientamento della Pac verso un'ecologia meno punitiva e un maggiore pragmatismo a favore dei nostri agricoltori", ha commentato su X il ministro belga dell'agricoltura, David Clarinval, presidente di turno dell'Ue.

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