Fisco, assolto imprenditore in crisi

(ANSA) - MILANO, 24 MAR - Quando il reato è "stato commessoin circostanze anormali ed eccezionali tali da rendereumanamente inesigibile la condotta", una condanna "sarebbepercepita" dall'imputato "e dai consociati quale sommaingiustizia, e risulterebbe inevitabilmente una pena'illegittima'". Con queste motivazioni il giudice di Milano IlioMannucci Pacini ha assolto un imprenditore tessile in crisi, eche si era definito "con le spalle al muro", dall'accusa di averomesso di versare ritenute per oltre 730mila euro. Nellemotivazioni della sentenza, il giudice, dopo aver fattoriferimento al "recente orientamento giurisprudenziale chericonosce alla 'crisi di liquidità' un valore esimentericonducibile all'assenza di dolo" nell'evasione fiscale, fa unpasso avanti. E parla di "assenza di colpevolezza dell'imputato,intesa come inesigibilità" del versamento delle imposte daquell'imprenditore che, tra le altre cose, malgrado la crisidecise di pagare i suoi "155 lavoratori".

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