Ai fornelli (dentro il Coin) c’è Chicco Cerea
Premio alla carriera per mamma Bruna

Un laboratorio di cucina dove gli chef potranno cimentarsi in vere e proprie dimostrazioni. Si parte Chicco Cerea, al Coin di via Zambonate venerdì alle 18.30. Intanto mamma Bruna è stata premiata a Milano.

Sarà il tristellato chef Chicco Cerea, con tutta la brigata del ristorante Da Vittorio di Brusaporto, ad inaugurare venerdì pomeriggio alle 18,30, «Cargo Etc», marchio di accessori per la cucina che ha ideato il nuovo spazio-laboratorio di idee per divertirsi e creare ai fornelli all’interno dello store Coin in via Zambonate a Bergamo.

Qui grandi chef e produttori di «cose buone» verranno in futuro a spiegare la loro filosofia di cucina, supportata anche dalla tecnologia delle attrezzature professionali più innovative.

Ad aprire il ciclo di appuntamenti del brand Cargo, a cura di Identità Golose, sarà proprio lo show cooking della famiglia Cerea, i cui componenti verranno intervistati da Paolo Marchi per raccontare il loro marchio di eccellenza che da 50 anni propone uno stile inconfondibile nel mondo della ristorazione. Ad accogliere chi interverrà alla serata saranno gli studenti dell’Istituto alberghiero «Sonzogni» di Nembro.

Con una notizia arrivata nella mattinata di giovedì 20 ottobre: premio alla carriera per la mamma Bruna Gritti Cerea, riconoscimento arrivato dalla guida dell’Espresso, presentata a Milano.

Ecco gli altri riconoscimenti: le Calandre di Rubano (Padova), l’Osteria Francescana di Modena, Piazza Duomo ad Alba (Cuneo); Reale di Castel di Sangro (Aquila) e Uliassi di Senigallia (Ancona) sono i i migliori ristoranti d’Italia, gli unici a ottenere il massimo punteggio di 5 cappelli. «La guida fotografa non il mondo della ristorazione italiana - sottolinea il direttore Enzo Vizzari -, ma il vertice della piramide, la parte migliore: 2700 locali selezionati, 2000 recensiti con una scheda, di cui 370 inseriti per la prima volta, 50 enoTavole, e anche 78 pizzerie nella sezione “Le migliori pizzerie d’Italia”».

A quota 4 cappelli si posizionano 10 ristoranti: Casa Perbellini di Verona; Del Cambio di Torino; Duomo di Ragusa; Hotel Rome Cavalieri-La Pergola di Roma; La Madia, di Licata (Agrigento); La Peca, di Lonigo (Vicenza); Mandarin Oriental-Seta di Milano; Taverna Estia, di Brusciano (Napoli); Villa Crespi, di Orta San Giulio (Novara); Vissani, di Baschi (Terni). Seguono 36 ristoranti con 3 cappelli, 89 con 2 cappelli, 363 con 1 cappello. Tra i premi speciali della guida: Il pranzo dell’anno va all’Osteria Francescana di Modena, maître dell’anno è Sokol Ndreko del Lux Lucis dell’Hotel principe di Forte dei Marmi (Lucca), il sommelier dell’anno è Matteo Zappile de Il Pagliaccio di Roma, mentre la cantina migliore va a Uliassi si Senigallia. E ancora, le novità dell’anno sono Danì Maison di Ischia e il Lume di Milano, giovane dell’Anno va a Francesco Brutto di Undicesimo Vineria di Treviso e La Pineta di Marina di Bibbona di (Livorno) si aggiudica il premio per la cucina di pesce.

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