«Bossetti e le accuse a nostro fratello
Assedio sotto casa, non vivevamo più»

Nell’udienza del 26 febbraio hanno parlato anche le sorelle di Massimo Maggioni, il collega di cantiere verso il quale Bossetti avanzò dei sospetti durante l’interrogatorio nel 2014.

Monica e Luisella Maggioni hanno parlato dopo Nadia Arrigoni, cognata di Bossetti. Hanno spiegato il loro stato d’animo e quello del fratello per la vicenda delle accuse formulate da Bossetti che aveva tirato in ballo il collega di cantiere. I fatti risalgono a luglio 2014, durante l’interrogatorio: in quella circostanza, il muratore di Mapello aveva affermato di soffrire di epistassi e di perdere spesso sangue, «anche mentre lavoravo» e di gettare il fazzoletto sporco di sangue nell’immondizia del cantiere di Palazzago, aggiungendo che Maggioni era presente spesso nel cantiere e poteva avere a disposizione quanto si gettava via. In sostanza, secondo Bossetti, il collega avrebbe potuto avere tracce del suo Dna prese da uno straccio o da un attrezzo del cantiere sporco di sangue: accuse che sono valse a Bossetti l’accusa di calunnia dopo le verifiche degli inquirenti.

Le sorelle in aula hanno spiegato che Maggioni dopo le accuse «non dormiva più» e che «eravamo assediati dai giornalisti, non potevamo uscire di casa e abbiamo dovuto togliere i nomi dai citofoni. Ci sentivamo tutti gli occhi addosso». Sulla vicenda, lo scorso dicembre, proprio Bossetti aveva rilasciato dichiarazioni spontanee in aula precisando: « Non volevo accusare nessuno e ho avanzato solo un mio sospetto. In questa occasione mi sono visto accusare di calunnia, in modo ingiusto. Non volevo calunniare nessuno. Se poi vengo accusato di calunnia, non capisco il motivo. Se uno ha un dubbio o un sospetto, dovrebbe essere ascoltato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA