I presidi danno i voti alle scuole
Scopri tutte le pagelle bergamasche

Le pagelle di autovalutazione di tutte le scuole bergamasche. Scopri, istituto per istituto, i voti assegnati dai presidi.

Non si tratta di una classifica ma di uno strumento che le scuole hanno a disposizione per misurare il proprio lavoro e definire obiettivi chiari per il futuro. Il RAV, il rapporto di autovalutazione, consente a ogni istituto di raccontarsi con i propri punti di forza e con le proprie difficoltà. Consente anche di leggere qual è la visione che ogni scuola ha di se stessa, quali caratteristiche si attribuisce e quali difficoltà deve affrontare per perseguire l’obiettivo comune, quello di dare ai ragazzi gli strumenti necessari per affrontare nel miglior modo possibile il proprio futuro. Si scopre così, consultando le pagelle che gli istituti si sono attribuiti, che la scuola di Bergamo si considera sufficiente, da 7. Abbiamo realizzato un’infografica grazie ai dati del ministero elaborati da italiani.coop.

Nella compilazione di questo documento (avvenuta nel 2016, a breve il rapporto dovrà essere aggiornato), ogni istituto era chiamato a darsi un voto, da 1 a 7, in quattro diversi ambiti per quanto riguarda la valutazione degli esiti scolastici. Gli ambiti presi in esame erano i risultati scolastici (i voti dati dai professori nel corso dell’anno), il dato dei risultati relativi ai test standardizzati (Invalsi), una stima delle “competenze classiche europee” (competenze digitali, di cittadinanza, del lavorare insieme e creare rapporti positivi con gli altri) e, infine, i risultati a distanza, quelli ottenuti dallo studente una volta approdato a un altro tipo di percorso, quello di scuola superiore, dell’Università o del mondo del lavoro.

I VOTI

La media dei “voti” che le scuole della città di Bergamo si sono data è pari a 4.94 che corrisponde a un 7 (su una scala da 1 a 10). Un’ampia sufficienza, dove ci sono istituti che si sono attribuiti valutazioni più alte e altri che invece sono stati più severi nei propri confronti. L’Istituto che sulla propria “pagella” è stato più generoso è stato il liceo Mascheroni che in media si è dato un 6.5 che su una scala da 1 a 10 corrisponderebbe a poco più di nove. Il più severo invece il Galli che con il suo 3 su 7 di media si attribuisce un quattro. Andando oltre i numeri però si possono leggere le caratteristiche dei singoli istituti. «Attraverso il RAV – dice il dirigente del Belotti, Giovanni Vezzoli - abbiamo avuto l’opportunità di andare alla ricerca dei nostri punti di debolezza, e in questo percorso ci siamo imbattuti anche nei nostri punti di forza. Senza voler essere ambiziosi, questo rapporto non è né una condanna né un’autocelebrazione, solo un modo per guardarsi dentro e capire dove migliorarsi e stendere così il Piano di Miglioramento della scuola».

LA MEDIA DEI VOTI DI TUTTA LA PROVINCIA DI BERGAMO

GLOSSARIO - Il RAV (rapporto di autovalutazione) altro non è che una mappa che descrive la scuola. Il documento, previsto dall’art.6 del DPR n.80 del 2013, è parte integrante del Sistema nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (SNV) insieme a Invalsi e Indire, e ha il compito di valutare l’efficienza e l’efficacia del sistema educativo di istruzione e di formazione. Il Rav, costituito da 49 indicatori raggruppati in 15 aree di lavoro a loro volta raccolti in microaree, serve alla scuola per individuare le proprie potenzialità e i propri punti deboli. Il RAV prevede dopo l’analisi discorsiva anche un’autovalutazione per punti, cioè che la singola scuola si dia un punteggio compreso tra uno e sette in diversi indicatori (risultati scolastici, risultati delle prove standardizzate nazionali, competenze chiave europee e risultati a distanza), motivando la propria scelta. Dopo la parte descrittiva, il RAV prevede anche una parte propositiva, con l’individuazione delle priorità da perseguire per il miglioramento della propria offerta. Le priorità devono riguardare una o due aree riferite agli esiti e devono tradursi in traguardi da raggiungere sul lungo periodo (cioè in tre anni).

© RIPRODUZIONE RISERVATA