Bergamo, il Consiglio comunale in diretta
Con il coronavirus in videoconferenza

La seduta si è aperta con un minuto di silenzio per le «tante, troppe persone che ci hanno lasciato».

Il Consiglio Comune di Bergamo inizia con un minuto di silenzio per le vittime che Bergamo ha avuto e sta avendo per il coronavirus. Per la prima volta si è infatti svolto in videoconferenza, nel pomeriggio di lunedì 20 aprile.

Ferruccio Rota, presidente del Consiglio comunale di Bergamo ha aperto la seduta. «Per la prima volta siamo costretti in modalità videoconferenza, lo tsunami invisibile, il Covid-19, si è abbattuto su molti Stati del nostro pianeta, seminando morti e sofferenze. La nostra città e provincia è stata colpita in modo drammatico, pagando un alto contributo in termini di vite umane» ha detto.

«Le immagini dei camion dell’esercito che escono dal nostro cimitero e trasportano le salme in altre città per la cremazione hanno fatto il giro del mondo e sono l’emblema della tragedia che ci ha coinvolti. Sono immagini che rimarranno nella nostra mente e nel nostro cuore”». Il presidente del Consiglio ricorda «le troppe e tante persone che ci hanno lasciato e chi ancora vive la mattia, costretto a sofferenze fisiche e psicologiche, ai parenti di queste persone, agli amici. Abbiamo perso una generazione di nonne e genitori, patrimonio preziosissimo della nostra comunità». Rota ha poi ringraziato tutte le persone che «si spendono per alleviare le nostre sofferenze, dai medici agli artigiani che hanno permesso di realizzare in tempi record la struttura ospedaliera alla Fiera di Bergamo».

«Mi riprometto di organizzare un momento di collaborazione collettiva per le vittime e le loro famiglie - ha ribadito il sindaco Gori, notizia che aveva già annunciato nelle scorse settimane -. Sono orgoglioso per la dignità che ha dimostrato la città e avere l’onore di esserne il sindaco».

Gori ha dato anche alcuni dati sulla mortalità e sull’età dei deceduti. «Fino ai 50 anni è stata in linea con i numeri. Tra i 66 e i 70 anni è salita del 300%. Tra i 76 e gli 80 anni del 500% e tra gli 86 e i 90 del 620%. Il rischio di mortalità è molto più alto per le persone anziane: dovremo quindi lavorare molto sulla loro protezione».

Su L’Eco di Bergamo del 21 aprile una pagina di approfondimento

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