Il campo premia
la personalità

Era una giornata da uomini col pelo sullo stomaco. E Giampiero Gasperini l’ha cominciata presto, dalla formazione. Ci voleva coraggio, e mica poco, a cambiare ancora tutto. Assetti, moduli, uomini. Nomi importanti fuori, o la va o la spacca.

E ci voleva coraggio a meno di dieci minuti dalla fine, per prendere quella palla e metterla sul dischetto. Coraggio ai limiti dell’incoscienza, testa dura ai limiti dell’indisciplina. Frank Kessié c’ha messo tutto, e ci si sarebbe aspettati una cannonata sotto la traversa. Invece il più potente dei nerazzurri ha calciato il rigore più raffinato: portiere da una parte, palla dall’altra. La prima vittoria della stagione arriva così, in fondo a una giornata che di logico ha avuto davvero poco. A partire da Pinilla in campo dal 1’ a poche ore da una trasvolata atlantica, con la ruggine ma con la voglia di un leone di dimostrare che lui qui non è rimasto per prendere la polvere. E poi quella difesa «nuova»: ci vuole coraggio - e anche tanta umiltà - per rinunciare (almeno per un momento) alle proprie idee, mettendo la squadra e il suo futuro davanti a convinzioni coltivate in tanti anni. Gasperini per questo merita un applauso in più: aveva tanto da perdere, cambiando ancora nella giornata più delicata. Alla fine ha avuto ragione, e la sensazione - data non solo dalla vittoria - è che ieri ci sia stata la svolta nella testa più ancora che nella classifica dell’Atalanta.

Adesso forse non tutto, ma tanto è davvero dietro le spalle di quel che è successo nelle scorse settimane. Su quella «strana» sensazione di confusione ci sono tre cerotti grandi così, una classifica che sarebbe stata paurosa in caso di ko (e alzi la mano chi non ci ha pensato, dopo il gol del Torino) adesso trasmette serenità, coscienza dei propri mezzi, più fiducia nel futuro.

E Masiello? No, non ce lo siamo scordati. L’applauso finale è per lui, per una partita grandiosa in difesa e quel gol che ci ha fatto tornare il respiro. Applauso finale perché chissà da quanto Masiello aspettava il momento di quell’esultanza. Perché ha sbagliato, ha pagato, è tornato scontando anche l’ostilità di chi lo vorrebbe per sempre fuori dal calcio. Invece Masiello c’è, e forse quel tocco di sinistro è stato l’ultimo passo della sua salita. Adesso è arrivato in vetta, e splende il sole.

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