Sguardo fisso sullo smartphone
E il principe azzurro se ne va

In treno sulla Bergamo-Milano, gli sguardi fissi sugli schermi di pc, tablet e smartphone: siamo sempre più spesso da soli insieme. Più impegnati ad aggiornare il proprio stato su facebook che a scambiare qualche parola con i vicini.

In treno sulla Bergamo-Milano, gli sguardi fissi sugli schermi di pc, tablet e smartphone: siamo sempre più spesso da soli insieme. Più impegnati ad aggiornare il proprio stato su facebook che a scambiare qualche parola con i vicini.

Gli incontri mancati non si contano: forse Harry Potter sul binario 9 e tre quarti si scatterebbe un selfie e lo posterebbe su Twitter scrivendo #viaggiointreno #noSerpeVerde. E Vronskij rinuncerebbe a parlare ad Anna Karenina, accontentandosi di fotografarla e metterla su Spotted.

«Due viaggiatori si trovavano vicino allo stesso finestrino (…) desiderosi di trovare un motivo per attaccare discorso». Andata e ritorno in treno Bergamo-Milano, primo pomeriggio. In borsa ho con me due libri, mai partire sprovvisti di una buona lettura quando s’intraprende un viaggio. Uno di questi è proprio «L’Idiota» di Dostoevskij. Cresciuta a pane e libri, film d’azione e cult in bianco e nero, per me il treno è sempre stato un luogo quasi magico, capace di dare il via a fantastiche storie d’incontri casuali, avventure mozzafiato, indagini alla caccia di assassini e gialli polizieschi, trame tessute dal via vai della gente.

Penso ai treni che hanno fatto la storia della letteratura, dall’Oriente Express al treno che ha segnato la vita di Anna Karenina, al Binario 9 e tre quarti e alla stazione di King’s Cross, a Sepùlveda e al Patagonia Express. Alle foto in bianco e nero di baci rubati prima della partenza. Alle inaspettate e struggenti storie d’amore nate con un «Scusi, è libero questo posto?». Penso a quegli occhi che si possono incrociare sollevando lo sguardo. Eppure, durante il mio viaggio in treno, ogni volta in cui alzo lo sguardo, trovo un telefono davanti a me. Un telefono.

Già, perché la realtà, oggi, nel 2014, è ben diversa. Dimenticatevi i pazzi inseguimenti da un vagone all’altro che avete visto in Mission Impossible o in Indiana Jones: oggi i due eroi si lascerebbero sprofondare mollemente sul sedile cercando di terminare l’ultimissimo gioco, 2048, impossibile resistere; Harry Potter invece si scatterebbe una foto, un selfie per dirla in versione 2.0, per pubblicarla velocemente in Instagram scrivendo: #viaggiointreno #noSerpeverde, altro che avventure scolastiche e amicizie nate dalla condivisione dello stesso scompartimento.

Leggi di più su http://www.santalessandro.org/2014/05/su-binari-poco-social/

© RIPRODUZIONE RISERVATA