A Treviglio la rassegna «Altri percorsi»del teatro filodrammatici

Il teatro Filodrammatici di Treviglio presenta la rassegna «Altri percorsi 2002/2003»


Il calendario
Sabato 7 dicembre 2002
«Maschere in bianco stravaganza in musica a proposito degli amorosi
intenti»
Compagnia Attori e Cantori di Pordenone
Teatro Filodrammatici
Con Claudia Contin, Clelia Del ponte, Luigi Rosa,Carolina Gallai e con la
partecipazione straordinaria della gallina Cremilde
Testi e composizione scenica: Claudia Contin
Regia di Ferruccio Merisi

La ricerca sulla Commedia dell’Arte della Scuola Sperimentale dell’Attore si arricchisce di un nuovo spettacolo dalla bellezza formale rigorosa quanto fantasiosa e acrobatica, dove l’originalità del rapporto tra movimenti mimici e colonna sonora a tratti si concretizza in una sorta di balletto comico, sorprendente ed inquieto. Al centro della scena ancora una volta Claudia Contin, ma non solo e non tanto con il suo pur prezioso Arlecchino, quanto con il personaggio per lei inedito di Don Orazio, anzi Don Ovazio, una sorta di caricatura dell’Amoroso (o Innamorato), che, con la sua degna controparte Donna Franzolina, si agita per impersonare, con feroce ed inconsapevole ironia, «la civiltà dell’amore» così come affligge la gioventù per bene da qualche secolo a questa parte.

Venerdi 31 gennaio 2003
«Mpalermu»
Compagnia Sud Costa Occidentale
Teatro Filodrammatici
Premio scenario 2001 con Monica Angrisani, Gaetano Bruno, Sabino
Civilleri, Tania Garribba, Manuela Lo Sicco. Direzione organizzativa
Daniela Lo Re
Regia di Emma Dante

Palermo. Se avesse un corpo lo userebbe per schivare. Che cosa? Tutto. Per non essere colpita, identificata. Il paradosso di un luogo che ha profumi, sapori, colori inconfondibili, ma sfugge a qualsiasi definizione. Ha voci lontane che provengono da strade dentro vicoli neri, canti, rumori, storie gridate da facce perdute, vacanti, facce sorprendenti di chi sorprendere non vorrebbe mai, ma il suo emblema, lo stemma sullo scudo è il silenzio. Di questo silenzio parliamo, di questa immobilità, da una distanza ravvicinata, familiare, aspettiamo che il silenzio omertoso si trasformi in una qualità, in un elemento distintivo del carattere di ognuno. Di interni e di esterni divisi da una soglia che è impossibile varcare. Di gesti che si formano perfettamente dentro la testa, ma non riescono a passare nei muscoli, nel sangue, come figli eternamente nutriti da madri sempre gravide e mai partoriti. A Palermo non si compiono azioni, si mettono in scena cerimonie, non si fanno discorsi, si opera retoricamente citando ammiccando alludendo. è la città dello spreco e del superfluo, della decorazione magnifica messa come corona allo sfacelo. Questo teatro dell’impossibile, che fa di Palermo una sorta di rappresentazione simbolica dell’anima del mondo, incessantemente indaffarata e incessantemente morente, è la nostra commedia.
Cinque attori sul palcoscenico. Cinque parenti congiunti, ubbidienti a questa legge loro impressa. Una famiglia. Un compito: agire. Varcare la soglia, mettere un piede dopo l’altro e andare. Fuori. Per strada. Andare. Per farsi guardare interi. Per dimenticare l’urto, la rottura di ombre irregolari appiccicate alle pareti. Imbottire la propria anima perché non voli via non appena la porta si spalanca.

Sabato 8 febbraio 2003
«Il migliore dei mondi possibili» di Roberto Castello
Produzione Aldes
Teatro Filodrammatici
Progetto Roberto Castello e Alessandra Moretti. Coreografia Roberto
Castello. Interpreti
Roberto Castello, Silvia Cattoi, Valerie Erken, Francesca Foscarini,
Alessandra Moretti, Stefano Questorio. Costume tarantella rose e sassi di
Alessandra Marchi

Quale è il migliore dei mondi possibili? Quello dove il padre Ubu troneggia e pontifica, comminando pene ed esecuzioni capitali secondo la propria, superiore e misteriosa capacità di giustizia? Oppure un film proiettato a ritroso, dove ogni angoscia sparisce, perché le Twins Towers non sono ancora controllate e non crolleranno più? O, molto meglio, un ologramma televisivo dove anche la «Libertà» è sponsorizzabile, vendibile, acquistabile, quotabile in borsa, e - soprattutto - può rilasciare interviste in esclusiva? Tra danni collaterali, rischi calcolati, bombe atomiche, Kamikaze e samurai, il tempo scorre, spietato e trionfale, verso la fine di ogni sofferenza, verso la giustizia infinita, sommersi ed anestetizzati dall’enfasi di bandierine stelle e strisce ed inni nazionali. Ad un passo dall’entropia. Ma come può la danza raccontare questo mondo perfetto e meraviglioso, dove tutto ha un prezzo e più nulla valore?

Sabato 15 marzo 2003
«Filò» di Silvio Castiglioni
Viaggio (all’inferno) in quattro movimenti
Associazione culturale Gattolupesco teatro
Teatro Filodrammatici
Di e con Silvio Castiglioni. Alla fisarmonica Beppe Chirico. Ai fornelli
Paolo Castiglioni

Da Barabò a piazza Fontana: quanto è distante un crocevia di campagna dalla piazza di Milano che ha impresso una svolta feroce al nostro destino? E ancora: quanto dista il Friuli del terremoto (delirio della terra) dalla Buenos Aires di fine secolo (delirio degli uomini)? Filò era la veglia dei contadini nelle stalle durante l’inverno. Fatti e sogni, nascite e morti, tutto finiva nel filò. Dunque per cercare una risposta ho radunato la mia gente: li ho fatti parlare e li ho ascoltati.

Mercoledì 4 aprile 2003
«Al presente» di Danio Manfredini
Associazione culturale Scimone Sframeli
Palestra Gatti
Di e con Danio Manfredini

Sabato 12 aprile 2003
«Shakespeare in qua e in là"»
Produzione Ravenna Festival
Teatro Filodrammatici

Il concerto di musiche e canzoni composte da Simone Zanchini e interpretate dall’attrice e cantante Daniela Piccari si presenta come un canzoniere colto e popolare: musica moderna, echi di arie antiche, jazz d’oltremare. Una rapsodia che sfoglia le immortali pagine inglesi di Shakespeare traducendone i versi elisabettiani nel linguaggio musicale, riassumendo chilometriche tragedie in poche righe di giornale, eppure proprio per questo ancora più potenti e impressionanti e che per un istante spezzano il filo del respiro.

(6/12/2002)

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