La Passione di Cristo Nelle sale il film di Gibson

Una storia che aiuta a riscopire le radici della vita di Gesù, con insegnamenti che anche possono fortificare la fede del cattolico. È questa la principale reazione del pubblico che ha visto nelle sale cinematografiche di Bergamo e provincia il film più atteso dell’anno: La Passione di Cristo di Mel Gibson. La pellicola ricostruisce le ultime ore di vita di Gesù di Nazareth, la sua storia così come è stata tramandata dai Vangeli e dalle Sacre Scritture.

I botteghini hanno riscontrato sia per questa sera che per le prenotazioni per i prossimi giorni un’affluenza maggiore: i bergamaschi vogliono vedere The Passion e, dalle prime reazioni, il film, pur violento e scioccante, appare vero, con insegnamenti di fede molto intensi e significativi.Dal punto di vista storico la pellicola ricostruisce le ultime ore di vita di Gesù di Nazareth, la sua storia così come è stata tramandata dai Vangeli e dalle Sacre Scritture: la rappresentazione di una morte crudele, ottenuta con i metodi di tortura applicati in quell’epoca dai romani.

Gibson ha scelto un approccio iperrealista per drammatizzare al massimo il calvario di Cristo, con un’incalzante sequenza di violenze, tra le urla di un popolo che vuole che sia giustiziato. Tutto è raccontato con una precisione ed un dettaglio quasi «caravaggesco», con uno sguardo spietato che non lascia scampo allo spettatore. Lo stesso uso dell’aramaico e del latino senza doppiaggio rafforza l’impressione di una «diretta» tanto che dopo un po’ di scene si abbandonano i sottotitoli per entrare nella storia e nella sua intensità.

(07/04/2004)

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