Van De Sfroos al Lazzaretto
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Il baghèt e le cornamuse irlandesi, la lingua dei laghé di Davide Van De Sfroos e il gaelico di Karen Matheson e Donald Shaw. Nel contenitore di «Andar per musica» c'è un'idea d'incontro che si chiama «Celtic Connections». 

Al Lazzaretto di Bergamo si sono conclusi due giorni di folk «geneticamente contaminato», o meglio, folk tra ortodossia e altri linguaggi, in un gioco favorito che vuol vedere e riconoscere le differenti identità culturali, per metterle a confronto e magari farle incontrare sulla terra di nessuno del palco.

Mercoledì sera è toccato a Davide Bernasconi incontrare degli scozzesi doc. Davide Van De Sfroos non è un revivalist, è un cantautore, ma nelle sue canzoni storie e leggende popolari del Lago di Como si rigenerano alla luce della contemporaneità e di un mix di musiche che spazia dal blues del Mississippi al reggae di Bob Marley, da un'aria di danza al folk-rock di memoria dylaniana.

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