«Molte Fedi sotto lo stesso cielo»
Programma ricco, aprirà Walesa

«Per una convivialità delle differenze»: è questo il tema dell'edizione 2010 di «Molte Fedi sotto lo stesso cielo», il ciclo di incontri culturali promosso dalle Acli, con il patrocinio del Comune di Bergamo, in collaborazione con moltissimi gruppi e associazioni del nostro territorio, tra cui anche L'Eco di Bergamo.

Tra i personaggi di spicco, il premio Nobel per la Pace Lech Walesa, il leader di Solidarnosc, l'organizzazione sindacale indipendente fondata nel 1980 che portò la Polona alla liberazione dalla dittatura comunista. Walesa sarà a Bergamo il 21 settembre, dove, alle 21 al Teatro Donizetti, parlerà di «Più del denaro, furon le idee (forse)», nell'ambito della sezione dedicata ai Dialoghi dello Spiritosul tema de lascino e la seduzione del denaro.

Ma oltre a Walesa gli ospiti di primo piano saranno davvero molti, a testimoniare l'alta qualità dell'iniziativa che ha sempre raccolto ampi consensi tra i bergamaschi (scarica qui il programma completo). Oltre al vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, ci saranno anche l'arcivescovo di Tunisi Lahham Maroun, il giornalista Gianni Riotta, il direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino, la medievalista Chiara Frugoni, l'attrice Lella Costa, don Patrizio Rota Scalabrini, Moni Ovadia, Gherardo Colombo e altri ancora.

L'obiettivo del percorso culturale è quello di imparare un alfabeto delle culture e delle religioni che attrezzi a vivere con responsabilità e discernimento la sfida epocale del mondo plurale a cui, inevitabilmente, saremo chiamati in un futuro non troppo lontano. «La nostra convinzione - scrivono le Acli - è che per vivere e non subire le trasformazioni in atto, siamo chiamati, da un lato, a conoscere più e meglio non solo lo stesso cristianesimo, ma anche le religioni “altre", cercando di evitare i ricorrenti pregiudizi e facilistici pressapochismi; e dall'altro, a educarci pazientemente al dialogo e al confronto interculturale e interreligioso. La proposta è ambiziosa perchè presuppone non solo incontri e dialoghi ad alto profilo, ma anche, in parallelo, percorsi di carattere storicoartistico, letture di testi delle grandi tradizioni religiose, ascolto di musiche, presentazioni di spettacoli, itinerari a piedi».

Il progetto è nato nel 2008 proponendo le sezioni Dialoghi, Musica, Arte e Cammini dello Spirito; l'edizione 2010 conta anche Meditatio, Liturgie, Cinema, Teatro e Cibo dello Spirito.

Per informazioni e prenotazioni c'è il sito www.moltefedisottolostessocielo.it

E' sempre più evidente che per «Per una convivialità delle differenze» capire la realtà nella quale siamo immersi non possiamo fare a meno di conoscere l'alfabeto delle religioni, mentre le inchieste specializzate confermano invece, purtroppo, il generale stato di ignoranza in tale campo dei nostri connazionali.

«Con gravi riflessi - proseguono le Acli - sulla percezione della realtà: per interpretare Dante con la sua “Commedia”, la Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto, ma anche una grande porzione della storia musicale della filosofia, infatti, è indispensabile sapersi muovere nel “Grande codice” della Bibbia; e per comprendere tanta parte della situazione geopolitica attuale, appare necessario essere consapevoli della storia e delle dinamiche interne delle compagini religiose. Per vivere appieno il nostro presente e il nostro futuro segnati dai processi dell'integrazione europea e della globalizzazione planetaria, in altri termini, siamo chiamati da un lato a conoscere più e meglio non solo lo stesso cristianesimo, ma anche le religioni “altre”, cercando di evitare i ricorrenti pregiudizi ed i facilistici pressapochismi; e dall'altro, a educarci pazientemente al dialogo e al confronto interculturali ed interreligiosi. Non sarà agevole, certo, questo cammino: occorrerà innanzitutto un cambiamento di mentalità, una disponibilità all'ascolto delle ragioni degli altri, una conoscenza diretta a partire non solo da una documentazione maggiore ma anche dall'incontro nella quotidianità, nello scambio interpersonale, nel vicendevole racconto delle rispettive esperienze di fede. Occorrerà tempo, coraggio, e l'impegno di tutti, oltrepassando il tradizionale doppio pregiudizio (laicista e clericale): la posta in gioco è del resto assai alta, un posto da protagonisti nella società futura inevitabilmente contrassegnata dalla multireligiosità e dalla multiculturalità, in un paese capace di vivere positivamente quella che il vescovo “don” Tonino Bello amava definire la “convivialità delle differenze”».

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