Pupi Avati a «CortoLovere»
In ottobre il nuovo film

Musicista jazz in gioventù, inventore, agli inizi della carriera, di un «horror padano» frutto di un miscuglio tra racconti contadini ancestrali, ricordi d'infanzia, credenze popolari e religiosità, ha raccontato l'Italia di oggi attraverso quella di ieri (e, forse, viceversa), mettendo al centro della sua opera i temi della memoria e del ricordo come succede nel suo ultimo film, «Una sconfinata giovinezza», che uscirà sugli schermi il prossimo 8 ottobre. «È un film in cui credo molto - spiega il regista -, perché racconta una storia attuale con due caratteristiche: per la prima volta in vita mia, dopo aver girato quaranta film, tratto di una storia d'amore; e poi è una delle poche volte in cui affronto un problema legato al sociale, perché temo che l'Alzheimer sarà destinato ad essere sempre più presente nella nostra società».

Il regista Pupi Avati è il presidente della giuria della tredicesima edizione di «CortoLovere» e sarà l'ospite d'onore della serata di gala, in programma sabato 25 settembre dalle 21 al teatro Crystal di Lovere. «Sono assolutamente favorevole a queste manifestazioni - ha detto Avati, riferendosi a "CortoLovere" -, perché finalmente, da qualche anno, anche in Italia il cortometraggio sta vivendo una fase di vivacità molto interessante. Come già succede da sempre in Francia, per esempio, anche in Italia i cortometraggi stano avendo lo spazio che meritano».

Pupi Avati ama inoltre molto incontrare il suo pubblico: «perché - spiega - cerco di spiegare loro quello che nessuno mi aveva mai spiegato da piccolo: la differenza tra la passione e il talento. Io credo che ognuno di noi abbia un particolare talento perché ogni essere umano è inimitabile. È attraverso il nostro lavoro che diciamo quello che siamo».

Leggi l'intervista integrale su L'Eco di Bergamo del 25 settembre

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