Popolare di Bergamo: mostra
di sculture e disegni di Manzù

In occasione del ventennale della morte dello scultore bergamasco Giacomo Manzù (17 gennaio 1991), la Banca Popolare di Bergamo propone al pubblico alcune opere del grande artista che appartengono alla propria collezione d'arte. Da lunedi' 17 presso la sede di Bergamo in piazza Vittorio Veneto 8 negli orari d'ufficio (8.30-13.30 – 14.30 -15.30) sarà possibile visitare le seguenti opere: Pattinatrice con base (1965-1970) scultura in bronzo; Autoritratto (1938) sanguigna su carta.

La visita proseguirà nel chiostro di Santa Marta, eccezionalmente aperto per l'occasione, dove recentemente è stata collocata la scultura in bronzo del «Grande cardinale seduto» (1984) dalla schematica struttura piramidale avvolta nella massa semplice e invariabilmente assorta in meditazione che tanto ricorda un altro grande della terra bergamasca il cardinal Angelo Giuseppe Roncalli, futuro Papa Giovanni e grande amico dello scultore.


LA SCULTURA
Grande Cardinale seduto
, pezzo unico eseguito nel 1984. A destare l'interesse di Giacomo Manzù per le figure ieratiche dei cardinali, uno dei temi più frequentati dallo scultore lungo tutto l'arco della sua carriera, fu probabilmente un episodio risalente al 1934, quando, ricorda lo stesso scultore, in visita a San Pietro rimase fortemente suggestionato dalla figura di Papa Giovanni XXIII seduto fra due porporati. Considerato ormai fra le personalità più significative della scultura italiana, tra il 1938 e il '39 iniziò la serie dei Cardinali, ieratiche immagini in bronzo, dalla schematica struttura piramidale. Un disegno dell'epoca condensa quelle impressioni in una figura dalla posa composta, il volume reso quasi monolitico dal peso dei paramenti sacri, la mitria affusolata che si innalza sulla testa quasi come un coronamento fantastico, il volto piccolo e isolato, tutti tratti ricorrenti di un vero e proprio nucleo plastico declinato da Manzù sia in sculture di piccole dimensioni che in figure monumentali nel corso dei decenni successivi.

L'interesse per l'iconografia religiosa si era del resto affermato precocemente nel suo percorso. A confronto con il bronzo del 1937-38 di analogo soggetto conservato alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, il Cardinale qui esposto accentua la ricerca di una resa atmosferica e luministica della superficie. Il prelato è còlto nel particolare atteggiamento di chi assiste a una cerimonia sacra: la posa composta e immobile che ne fa un blocco unico, il volto dal profilo aquilino su cui si indovina un'espressione assorta. Il bronzo reca perfettamente visibili le tracce della sostanza con cui è stato modellato: la superficie, resa quali liscia come tessuto, presenta una particolare e sottile reattività alla luce. L'opera appare dotata di quella eloquente energia plastica tipica della produzione monumentale dello scultore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA