Un minuto con Dante Alighieri
Il trovatore Bertram dal Bornio

A conclusione del canto XXVIII, Dante assiste ad una scena terrificante: dal ponte sulla nona bolgia quella dei seminatori di discordie, vede un troncone che cammina con il proprio capo in una mano, tenuto alto come una lanterna, dal quale escono parole disperate.

IL TROVATORE BERTRAM DAL BORNIO
IF XXVIII, 118 ss.


133 E perché tu di me novella porti,
134 sappi ch'i' son Bertram dal Bornio, quelli
135 che diedi al re giovane i ma' conforti.

136 Io feci il padre e 'l figlio in sé ribelli:
137 Achitofèl non fé più d'Absalone
138 e di Davìd coi malvagi punzelli.

139 Perch'io parti' così giunte persone,
140 partito porto il mio cerebro, lasso!,
141 dal suo principio ch'è in questo troncone.

142 Così s'osserva in me lo contrapasso.


A conclusione del canto XXVIII, Dante assiste ad una scena terrificante: dal ponte sulla nona bolgia quella dei seminatori di discordie, vede un troncone che cammina con il proprio capo in una mano, tenuto alto come una lanterna, dal quale escono parole disperate.

118 Io vidi certo, e ancor par ch'io 'l veggia,
119 un busto sanza capo andar sì come
120 andavan li altri de la trista greggia;

121 e 'l capo tronco tenea per le chiome,
122 pesol con mano a guisa di lanterna;
123 e quel mirava noi e dicea: «Oh me!».

124 Di sé facea a sé stesso lucerna,
125 ed eran due in uno e uno in due:
126 com'esser può, quei sa che sì governa.


Si tratta di Bertram dal Bornio, un trovatore provenzale poeta d'armi che operava alla corte di Enrico II, re di Inghilterra e di Aquitania. Si trova all'Inferno perché si macchiò di una colpa così odiosa, mettendo con i suoi malvagi consigli il figlio contro suo padre, che ora ne paga il fio mostrando il suo capo diviso dal resto del corpo: un vero e proprio contrappasso vivente. Il termine “contrappasso”, che compare qui per la prima ed unica volta in tutta la Commedia, indica in Dante il rapporto stretto che lega le azioni colpevoli di cui ci si è resi responsabili in vita alla punizione che saremo costretti - meritatamente - a subire per l'eternità.

Enzo Noris

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