Un minuto con Dante
Nè vivo, né morto

Nell'ultimo canto dell'Inferno, Dante - che si trova nel Cocìto, il lago ghiacciato che inghiottisce i traditori - si prepara ad incontrare il traditore per eccellenza: Lucifero, l'angelo ribelle, il principe delle tenebre.

NE' VIVO NE' MORTO
IF XXXIV, 22 ss.


22 Com'io divenni allor gelato e fioco,
23 nol dimandar, lettor, ch'i' non lo scrivo,
24 però ch'ogne parlar sarebbe poco.

25 Io non mori' e non rimasi vivo:
26 pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno,
27 qual io divenni, d'uno e d'altro privo.


Nell'ultimo canto dell'Inferno, Dante - che si trova nel Cocìto, il lago ghiacciato che inghiottisce i traditori - si prepara ad incontrare il traditore per eccellenza: Lucifero, l'angelo ribelle, il principe delle tenebre. Siamo al culmine del viaggio infernale, in un'atmosfera inquietante: a Dante sembra di vedere da lontano un mulino gigantesco con le pale mosse dal vento. Ha paura e per questo si ripara dietro a Virgilio, paragonato ad una grotta. Dopo aver notato le anime dei dannati bloccate nella morsa del ghiaccio (come pagliuzze nel vetro), Virgilio - proprio come una quinta teatrale - si toglie dinanzi a Dante per lasciargli vedere Lucifero in tutta la sua mostruosità. Dante, paralizzato dalla paura, segnala al lettore che non è in grado di trovare le parole per descrivere il suo stato d'animo: Immagina da te, se hai un poco di ingegno, come divenni, sospeso tra la vita e la morte. E' la condizione di chi, davanti al mistero del male, è chiamato a compiere il doloroso passaggio che dalla morte porta alla vita.

Enzo Noris

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