Prorogata fino al 30 aprile
la mostra dei Pink Floyd

Si può visitare fino a sabato 30 aprile la mostra «Just another brick in the wall» allestita da Photographia, in collaborazione con la Galleria Galetti, a Milano. In esposizione le immagini scattate da grandi fotografi della musica ai Pink Floyd, dal 1967 a oggi.

«I Pink Floyd non erano per nulla dei "fattoni" come la loro musica poteva suggerire a tanta gente. Al contrario erano molto sportivi. Gli hotel venivano prenotati anche in funzione delle attrezzature sportive disponibili all'interno o nelle vicinanze». Roger Waters giocava a golf, tutti gli altri a squash.

Jill Furmanovsky - che era nata in Rhodesia e si era trasferita a Londra con i genitori nel 1965 - cominciò a fotografare i signori della psichedelia già da studentessa, nel '72, fino a stringere con la band una duratura amicizia e diventarne l'occhio. Gli scatti, tutti significativi, di quest'artista dell'immagine che in oltre quarant'anni di carriera ha immortalato i mostri sacri del rock, del blues e del jazz ma anche attori come Robert De Niro e uomini entrati nella Storia con la S maiuscola come Nelson Mandela, sono esposti fino a mercoledì 20 aprile a Milano, da Photographia, all'1 di viale Lazio (angolo viale Montenero, vicino a Porta Romana), in collaborazione con l'adiacente Galleria Galetti.

Una quarantina di fotografie per la mostra «Just another brick in the wall», in partnership con la società inglese Rockarchive.com - che ha fornito i lavori di Mick Rock, di Tony Collins e di Colin Prime - e con l'archivio personale di Furmanovsky. Un viaggio nel tempo della band (e delle sue costole successive allo scioglimento), dal 1967 ai concerti di Roger Waters al Forum di Assago nei giorni scorsi. Immagini sul palcoscenico (una vera sfida per i fotografi a causa delle luci eccezionali e degli innovativi effetti speciali e pirotecnici che usava il gruppo di Cambridge) e della vita privata, i viaggi tra uno spettacolo e l'altro, le registrazioni in studio, i momenti di ricreazione.

Eppure «i Pink Floyd erano persone riservate, molto british», racconta Jill, che ricorda l'autorevolezza di Roger Waters («incuteva timore»), la disponibilità di Nick Mason, il «taciturno» Richard Wright e quel ragazzo «perso» di David Gilmour che però si trasformava non appena imbracciava la chitarra. Quando fece il suo primo scoop fotografico, Jill era una delle tante teenagers che gironzolavano nei dintorni di Abbey Road nel tentativo di incrociare i Beatles: così riprese Paul McCartney insieme a due compagni di scuola. Con una Kodak Instamatic.

Ma fu l'incontro con Storm Thorgerson (considerato il sesto Pink Floyd) - fondatore con Aubrey Powell dello studio grafico Hipgnosis, che realizzerà le copertine più importanti di Gilmour e soci e metterà mano a quelle di Led Zeppelin, Ac/Dc, Muse e via disegnando - a cambiare la vita di quella ragazza intraprendente. E carina (Thorgerson ammetterà di averla ingaggiata anche perché gli piaceva). Jill gli mostra le foto live dei Pink Floyd che aveva scattato all'inizio degli anni Settanta e lui rimane impressionato, tanto che la spedisce al seguito della band.

Buona parte delle immagini di Furmanovsky esposte a Milano è ricavata dal tour britannico invernale del '74 sull'onda dell'album «The dark side of the moon». Ci sono anche quelle di Thorgerson, scattate l'anno prima, in compagnia di altre elaborate dal maestro inglese per le copertine (ma anche l'interno) dei dischi. Un documento prezioso le foto di Rock a Syd Barrett nel '69: fu lui la vera anima dei primissimi Pink Floyd, spesso i più amati dai fan devoti.

Tra i prossimi appuntamenti tematici di Photographia - giovane galleria permanente di musica e cinema dove si stampano in alta qualità e si vendono in edizione limitata le immagini esposte - una mostra dedicata a Bob Marley, a trent'anni dalla morte, e una sul movimento punk di fine anni Settanta.

Dove e quando
La mostra fotografica «Just another brick in the wall» che si tiene alla galleria Photographia in collaborazione con la Galleria Galetti, in viale Lazio 1 a Milano, chiude i battenti sabato 30 aprile. Si può visitare tutti i giorni dalle 11 alle 19 e l'ingresso è libero. Info: www.photo-graphia.it.

Andrea Benigni

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