Un minuto con Dante Alighieri
Il pigro Belacqua e l'espiazione

Mentre Virgilio sta spiegando a Dante la «legge» che regola la salita alla montagna del Purgatorio, viene interrotto da un'anima che giace insieme ad altri compagni di espiazione all'ombra di alcuni massi, come se stesse facendo una «siesta».

IL PIGRO BELACQUA E IL TEMPO DELL'ESPIAZIONE

103 Là ci traemmo; e ivi eran persone
104 che si stavano a l'ombra dietro al sasso
105 come l'uom per negghienza a star si pone.

106 E un di lor, che mi sembiava lasso,
107 sedeva e abbracciava le ginocchia,
108 tenendo 'l viso giù tra esse basso.

109 «O dolce segnor mio», diss'io, «adocchia
110 colui che mostra sé più negligente
111 che se pigrizia fosse sua serocchia».

112 Allor si volse a noi e puose mente,
113 movendo 'l viso pur su per la coscia,
114 e disse: «Or va tu sù, che se' valente!».


Mentre Virgilio sta spiegando a Dante la “legge” che regola la salita alla montagna del Purgatorio, viene interrotto da un'anima che giace insieme ad altri compagni di espiazione all'ombra di alcuni massi, come se stesse facendo una “siesta”. Costui è Belacqua, un liutaio che aveva bottega vicino alla casa di Dante, a Firenze, ed era famoso per la sua pigrizia.

L'Anonimo fiorentino riferisce di lui che era solito ripetere un detto attribuito ad Aristotele: “Sedendo et quiescendo anima efficitur sapiens”, cioè: “Sedendo e riposando l'anima diviene sapiente”. Sempre l'Anonimo riporta anche la risposta di Dante: “Se sedendo e riposando la tua anima diviene sapiente, di sicuro non c'è nessuno più sapiente di te!”. Anche in questo episodio del canto IV è presente uno scambio di battute: prima tra Belacqua e Virgilio, poi tra Belacqua e Dante; quando Dante indica a Virgilio l'anima di Belacqua, definendolo fratello della pigrizia, costui lo rimbrotta dicendogli: “«Or va tu sù, che se' valente!».

Dopo essersi riconosciuti, Dante chiederà a Belacqua perché se ne sta così seduto e se è forse ancora così pigro com'era in vita. Belacqua risponde che Dio gli ha assegnato un tempo di attesa, proprio perché è stato troppo pigro e tardo a pentirsi, a meno che le preghiere dei vivi, innalzate in Grazia di Dio, non accorcino la sua permanenza nell'Antipurgatorio. L'incontro con il pigro Belacqua ci ricorda quanto sia importante nel Purgatorio la dimensione del tempo, il tempo della conversione e dell'espiazione, il tempo della preghiera e della meditazione, il tempo della gratitudine e della riconoscenza nei confronti della misericordia divina.

Enzo Noris

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