De Filippo al Donizetti con «La palla al piede»

De Filippo al Donizetti con «La palla al piede»Con «La palla al piede» di Georges Feydeau, al Teatro Donizetti da venerdì 24 gennaio fino al 2 febbraio, la stagione di prosa della maggiore sala cittadina doppia la metà del suo percorso. In sintonia con il carattere prevalentemente leggero del cartellone, lo spettacolo porta in scena una delle più divertenti commedie dello scrittore francesi, a base di equivoci, fraintendimenti, sotterfugi.

Per vedere lo spettacolo

Inizio feriali 20.30, domenica 15.30. Ingresso platea I settore e palchi I-II fila €. 25,9/10,3, platea II settore e palchi III fila 20,7/8,3, galleria 14,5/4,1. Riduzioni over 60, under 25, militari, enti convenzionati, Giovanicard.

Orari di biglietteria: 10-12.30/15.30-19 e prima degli spettacoli (esclusivamente per l’acquisto dei biglietti relativi alla serata) 19-20.30 e 14-15.30.

Per informazioni http:// teatro.gaetano-donizetti.com, tel. 035-4160602 (biglietteria) o 035/4160613 (segreteria).

La locandina

«La palla al piede» di Georges Feydeau. Traduzione e adattamento di Luca De Filippo e Carolina Rosi. Regia di Armando Pugliese. Scene di Andrea Taddei. Costumi di Silvia Polidori. Musiche di Dino Scudieri. Luci di Giaccio Trabalzini. Movimenti coreografici di Aurelio Gatti. Con Luca De Filippo, Carolina Rosi, Gianfelice Imparato, Chiara Baffi, Giuseppe Rispoli, Carolina Rosi, Giovanni Argante, Agostino Zumbo, Isabella Salvato, Roberto Tesconi, Ivan Della Porta e Francesca Romana Degl’Innocenti. Produzione Elledieffe.

La trama

Il gaudente e libertino Bois d’Enghien ha deciso di convolare a nozze con una giovane di buona famiglia (Lucette), non per cambiare stile di vita, ma per poterlo mantenere (è spiantato). Alla festa di fidanzamento trova però la sua amante, una cantante che la futura suocera ha chiamato per allietare la festa. Intorno a questo triangolo, ruota una serie variopinta di personaggi: un generale sudamericano, domestici, agenti, parenti e ospiti più o meno molesti. L’affare si complica.

L’autore

Georges Feydeau (1862-1921) è stato l’indiscusso re del teatro parigino della Belle Èpoque, l’instancabile e prolifico autore di commedie e farse "a orologeria", basate su intrecci complicati e dal ritmo veloce. Dal suo elegante gioco di battute ed equivoci - spinto oltre i limiti del virtuosismo - esce pero l’universale ritratto di una "buona società" egoista, frivola, ipocrita, tanto più ridicola quanto più convinta della propria importanza, che si trincera dietro buoni sentimenti e grandi ideali, ma non si vergogna a perseguire i più meschini interessi. Dietro l’apparenza brillante e divertente, autenticamente e implacabilmente comica, si nasconde un’amara e disincantata visione dei rapporti umani.

Per questo Feydeau - autore di testi famosissimi e ancora rappresentati come Sarto per signora, Il signore va a caccia, La pulce nell’orecchio, La dame de Chez Maxim’s - è più considerato oggi che negli anni dei suoi trionfi: allora appariva niente più che un artigiano particolarmente abile, oggi è reputato uno dei massimi geni comici di tutti i tempi. Al fondo delle sue commedie, che rivelano una padronanza perfetta di tutti i meccanismi comici, c’è uno sguardo indagatore, che scruta oltre le apparenze e inchioda la natura umana con la precisione con cui un entomologa cataloga i suoi insetti.

L’attore

Ha cominciato giovanissimo con il padre Eduardo, come nella migliore tradizione delle famiglie d’arte: a otto anni, nel 1956, era Peppiniello in Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta, suo nonno. Nel tempo, accanto al repertorio del padre e di Eduardo e Vincenzo Scarpetta, ha moltiplicato le occasioni di incontro con altri autori, Pirandello e Molière, su tutti, ma anche Pinter (L’amante) e Erdman (Il suicida). Non si tratta, però, di una fuga: in tutti questi casi, Luca sembra esplorarne gli intrecci, le assonanze, persino i debiti contratti dall’opera del padre con altri repertori e altri autori.

È il caso di questo allestimento di Feydeau. La commedia degli equivoci e la farsa sono nel patrimonio genetico della famiglia d’arte De Filippo. Tali erano i primi lavori di Eduardo. Peppino non se ne è mai allontanato. E, per chiudere il cerchio, Eduardo Scarpetta, il capostipite, si ispirò spesso direttamente a Feydeau.

(24/01/2003)

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