Saporiti: un vuoto normativo
impone di riflettere sulla famiglia

Un vuoto normativo impone di riflettere su un concetto ormai troppo scontato: la famiglia. Famiglia e matrimonio stanno diventando sempre più spesso argomenti su cui gli studiosi si interrogano e si confrontano.

Un vuoto normativo ci impone di riflettere su un concetto ormai troppo scontato: la famiglia. Famiglia e matrimonio stanno diventando sempre più spesso argomenti su cui gli studiosi si interrogano e si confrontano per cercare di capire le ragioni dei vuoti normativi che tutt'oggi esistono nel nostro ordinamento giuridico italiano.

Si scopre così che non solo stanno aumentando vertiginosamente determinate richieste di tutela di fronte ai tribunali civili, ma, soprattutto, che alcune questioni di principio non sono così scontate nemmeno a livello costituzionale, cioè tra gli articoli fondamentali che sono la base di tutte le nostre leggi nazionali.

E' proprio quest'ultimo punto che ha portato il filosofo del diritto, Michele Saporiti, autore del libro “Esiste la famiglia naturale?”(edizione Mimesis, 2010), ad analizzare la relazione che esiste tra due articoli importanti della nostra Carta Costituzionale in materia di famiglia. Nello specifico Saporiti si chiede quale sia la relazione che esiste tra il concetto di famiglia legittima , cioè quella «società naturale fondata sul matrimonio» e disciplinata dall'articolo 29 della Costituzione, e l'articolo 2 della stessa Carta Costituzionale, con il quale si riconosce alla Repubblica, invece, il compito più ampio di promuovere ogni formazione sociale in cui si svolge la personalità degli individui.

L'autore sottolinea come, anche secondo la Corte Costituzionale, l'istituto della famiglia rientra pienamente in quello che già ai tempi dei lavori preparatori della legge costituzionale veniva denominato «formazione sociale», e ne costituisce l'espressione privilegiata. Si scopre così che famiglia è anche e soprattutto una formazione sociale, oltre che un istituto giuridico.

Saporiti nel suo libro, si interroga del perché esiste un vuoto normativo su ciò che sempre più si sta diffondendo come fenomeno diverso rispetto alla famiglia fondata matrimonio, e cioè quello delle famiglie cosiddette «di fatto». Come puntualizza Saporiti: «Il legislatore ha previsto delle discipline speciali per alcune materie, come, per esempio, per la procreazione assistita, nelle quali si prende in considerazione esplicitamente la convivenza tra due soggetti, senza aver mai dato una definizione del concetto stesso di convivenza».

E' secondo Saporiti questo il fulcro della sua riflessione: «Nel momento in cui la Repubblica riconosce e promuove le formazioni sociali, è come se nascesse una sorta di obbligo da parte del legislatore di disciplinare e quindi di controllare anche quelle che in modo troppo scontato vengono riconosciute come famiglie di fatto».

Ma non spetta solo agli interpreti del diritto capire le ragioni dell'evoluzione del concetto di famiglia, ma soprattutto, come afferma Saporiti: «ciò spetta a tutti i cittadini, perché il diritto incide su ognuno di noi e il ragionare e confrontarsi è un momento fondamentale di crescita individuale».

Romina Liuzza

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