Un minuto con Dante
Più lo dividi più si moltiplica

Guidati dalla luce sfolgorante emanata dall'angelo della misericordia, i due pellegrini giungono ad una salita, meno ripida delle precedenti, che li porta alla cornice successiva.

PIU' LO DIVIDI PIU' SI MOLTIPLICA

15. 49 Perché s'appuntano i vostri disiri
15. 50 dove per compagnia parte si scema,
15. 51 invidia move il mantaco a' sospiri.

15. 52 Ma se l'amor de la spera supprema
15. 53 torcesse in suso il disiderio vostro,
15. 54 non vi sarebbe al petto quella tema;

15. 55 ché, per quanti si dice più lì "nostro",
15. 56 tanto possiede più di ben ciascuno,
15. 57 e più di caritate arde in quel chiostro».


Guidati dalla luce sfolgorante emanata dall'angelo della misericordia, i due pellegrini giungono ad una salita, meno ripida delle precedenti, che li porta alla cornice successiva. Odono alle loro spalle delle voci che proclamano esempi di misericordia: “Beati i misericordiosi” e “Godi tu che vinci”, cioè “Rallegrati, tu che hai vinto il peccato”.

Lungo il cammino, Dante chiede a Virgilio spiegazioni su alcune parole di Guido del Duca che non ha compreso. Il maestro spiega: l'invidia, come un mantice (mantaco v. 51), alimenta i vostri desideri e le vostre ambizioni e suscita in voi la paura di dover rinunciare al possesso dei beni materiali per la preoccupazione di doverli dividere con altri.

E' la vecchia storia della torta: se sono in molti a volerla mangiare le fette devono essere sottili e i commensali, temendo di rimanere senza, si fanno invidiosi e rancorosi gli uni verso gli altri. Se invece i vostri desideri -continua Virgilio- fossero rivolti ai beni celesti, cioè all'amore della sfera suprema, non avreste alcun timore, perché tra le anime beate il “nostro” più si divide e più si moltiplica, secondo la strana e paradossale logica dell'amore.

Enzo Noris

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