Un minuto con Dante:
Tra gli avari Ugo Capeto

Dante e Virgilio riprendono il cammino, facendo attenzione a non calpestare le anime degli avari. Ugo Capeto, il capostipite della dinastia francese dei Capetingi, si intrattiene con Dante.

UGO CAPETO

20. 43 Io fui radice de la mala pianta
20. 44 che la terra cristiana tutta aduggia,
20. 45 sì che buon frutto rado se ne schianta.


Dopo la maledizione contro l'antica lupa, Dante e Virgilio riprendono il cammino, facendo attenzione a non calpestare le anime degli avari che giacciono stese per terra, con mani e piedi legati. Si odono esempi di povertà: Maria, che non disdegnò di partorire suo figlio in una stalla; il console romano Fabrizio, incorruttibile; infine il generoso S. Nicola di Bari. Una delle anime degli avari, Ugo Capeto, il capostipite della dinastia francese dei Capetingi, si intrattiene con Dante raccontandogli profeticamente a quali eccessi giungeranno i suoi discendenti, mossi dalla loro sfrenata ambizione e dall'insaziabile desiderio di potere. Ne cita alcuni: l'assassinio di Corradino di Svevia, l'assassinio (per avvelenamento) di Tommaso d'Aquino, il famoso “schiaffo di Anagni” ai danni di Bonifacio VIII, la persecuzione dei Templari per impadronirsi delle loro ricchezze.
Le anime, spiega Ugo Capeto, proclamano di giorno gli esempi di povertà e di notte quelli di avarizia punita, per rinforzarsi a vicenda nel loro intendimento di purificarsi da questa inclinazione così dannosa e strisciante.
A questo punto si avverte un forte terremoto che scuote l'intera montagna, mentre si odono le anime cantare il Gloria in excelsis Deo. Dante rimane turbato e pensieroso: avrebbe ancora molte cose da chiedere ma vi rinuncia, seguendo il suo maestro che nel frattempo ha aumentato il passo. Il canto XX si chiude così come era iniziato: è faticoso frenare il desiderio, ma questo sforzo è necessario per procedere più speditamente nel cammino verso il bene.
Enzo Noris

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Documenti allegati
Eco di Bergamo Dante incontra Ugo Capeto