Carletti dei Nomadi si racconta:
«Io, vagabondo da cinquant'anni»

La straordinaria vita di un italiano normale la trovate raccontata con dovizia di dettagli nel romanzo dei Nomadi che il fondatore Beppe Carletti ha scritto a quattro mani con il giornalista Andrea Morandi. «Io vagabondo – 50 anni di vita con i Nomadi».

La straordinaria vita di un italiano normale la trovate raccontata con dovizia di dettagli nel romanzo dei Nomadi che il fondatore Beppe Carletti ha scritto a quattro mani con il giornalista Andrea Morandi. «Io vagabondo – 50 anni di vita con i Nomadi» (Arcana Edizioni) entra nel cuore di una storia italiana e di una realtà che ne ha rappresentato musicalmente una porzione, dal 1963 ad oggi.

E il tour 2013 dei Nomadi farà tappa il 19 aprile anche al Creberg Teatro di Bergamo. Il gruppo, grazie a Carletti e a Augusto Daolio, parte da Novellara e aggrega man mano pubblico che diventa multigenerazionale col tempo, e arriva a vendere la bellezza di 15 milioni di dischi.

«L'avventura dei Nomadi è davvero un romanzo», spiega Carletti. «E la mia vita è andata di pari passo con quella storia straordinaria. I cinquant'anni di strada, con tutto quanto è successo e quelli che se ne sono andati, resta un traguardo. I Nomadi sono ancora qua e credo che un piccolo bilancio sia doveroso farlo; anche se le somme le tireremo quando tutto sarà finito».

«La nostra vicenda si è intrecciata alla storia d'Italia di questi ultimi cinque decenni e allora mi sembrava giusto parlarne, ricordare le tappe di un viaggio a chi non ci ha conosciuto o è arrivato a noi solo adesso. Quando sul finire degli anni Sessanta cantavamo "Dio è morto" mandavamo un segnale preciso al Paese, e da lì siamo andati avanti. Non sono molti i gruppi che possono vantare una certa coerenza, portata con orgoglio, di stagione in stagione. Se devo pensare a qualcuno mi viene in mente solo Guccini».

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