La Corna dei trenta passi
sullo sfondo della Gioconda

La Corna dei trenta passi ha affascinato il grande Leonardo da Vinci: per questo la montagna che domina l’Alto Sebino è stata inserita come elemento di sfondo nella Gioconda, uno dei quadri più famosi al mondo. A dirlo sono da tempo diversi studiosi e ora c'è anche un libro sull'argomento.

La Corna dei trenta passi ha affascinato il grande Leonardo da Vinci: per questo la montagna che domina l’Alto Sebino è stata inserita come elemento di sfondo nella Gioconda, uno dei quadri più famosi al mondo. A dirlo sono da tempo diversi studiosi ma ora, alle loro voci, si aggiunge quella di Sandro Albini, un pensionato di Sale Marasino, in provincia di Brescia, che venerdì ha presentato il suo ultimo libro intitolato «Alla destra della Gioconda – Dipinti, disegni e trascorsi di Leonardo sul lago di Iseo».

Albini, nato a Brescia 67 anni fa, un anno fa, ascoltando un quiz a premi in televisione, ha scoperto che il panorama originale dello sfondo della Gioconda era da ricercare proprio sul Sebino. Si è quindi messo al lavoro, ha visitato musei, comprato libri di arte, letto diverse bibliografie di Leonardo, scattato innumerevoli fotografie.

La conclusione a cui è giunto è questa: «Leonardo, che come tutti sanno scriveva al contrario da destra verso sinistra, nel dipingere lo sfondo della Gioconda aveva utilizzato questa stessa tecnica. La Corna dei trenta passi è disegnata al contrario, come se fosse allo specchio, e credo anche di aver individuato il posto da dove Leonardo abbia tratto la sua ispirazione: il borgo di Maspiano, località di Sale Marasino».

Albini ha presentato le sue ricerche venerdì: «Del dipinto della Gioconda - ha spiegato - non si sa nulla di certo. Le prime notizie danno Leonardo intento, al suo rientro a Firenze nel 1503, a eseguire il ritratto di una signora fiorentina, Monna Lisa Gherardini, moglie di un personaggio emergente, Francesco de Giocondo, nel mondo politico economico di quegli anni. Ma già attorno a questa verità, gli studiosi non sono per niente d’accordo: sull’identità della donna sono state date diverse interpretazioni fino a quella secondo cui il soggetto sarebbe una donna ideale senza nessuna corrispondenza con personaggi storici».

Al di là del soggetto principale del quadro, ciò che ha stimolato la curiosità di Albini è stato soprattutto lo sfondo: «Se si guarda il dipinto, decifrare il paesaggio è impossibile: non c’è alcuna coerenza tra le varie parti, non c’è proprio modo di collocare il panorama in un contesto noto. Anche la Corna dei trenta passi, che molti ritengono essere la montagna posta nel quadro sulla destra di Monna Lisa, all’altezza della spalla, è stata dipinta in una prospettiva inesistente».

Ma grazie a una semplice operazione di fotoritocco, di quelle che si fanno normalmente con le fotografie sui nostri computer, Albini ha scoperto qualcosa di più: «Stavo guardando un’immagine della Gioconda sullo schermo del computer: ho cliccato "capovolgi orizzontale" perché l’idea di Leonardo che scriveva come allo specchio continuava a frullarmi per la testa. Appena il computer ha girato il quadro, mi sono accorto che il monte sulla destra (originaria, ndr) della figura è indubbiamente la Corna dei trenta passi ripresa nel suo inconfondibile profilo. Questo panorama lo si può ritrovare ancora oggi camminando lungo l’antico sentiero di accesso alla balza sotto Maspiano».

Il libro di Albini prosegue poi l’analisi della Gioconda citando anche altri elementi del paesaggio che possono essere ritrovati nel nostro territorio a Castelli Calepio, a Tagliuno e tra gli scorci della Vallecamonica. Il dibattito fra gli studiosi è aperto, ma di certo la Corna dei trenta passi è una montagna che merita di essere incorniciata.

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