Bernareggi, nasce la fototeca dell’arte

Bernareggi, nasce la fototeca dell’arteL’istituto bancario ha ceduto in comodato al Museo Diocesano i 3.400 fotocolor e i 24.000 negativi in bianco e nero che erano stati realizzati nelle campagne fotografiche condotte per la pubblicazione della famosa collana «I Pittori Bergamaschi»

La storia, dettagliata e puntuale, dell’arte bergamasca in una straordinaria raccolta di oltre 27.000 immagini fotografiche, presto accessibili al pubblico: con un contratto stipulato ieri mattina tra il Presidente della Banca Popolare di Bergamo Emilio Zanetti (nella foto di Beppe Bedolis) e il Presidente della Fondazione «Adriano Bernareggi» Emilio Moreschi, l’istituto bancario ha ceduto in comodato al Museo Diocesano i 3.400 fotocolor e i 24.000 negativi in bianco e nero che erano stati realizzati nelle campagne fotografiche condotte per la pubblicazione della famosa collana «I Pittori Bergamaschi» che non solo rappresenta una delle più prestigiose iniziative editoriali della Banca Popolare di Bergamo ma è ancor oggi universalmente considerata il punto di riferimento per lo studio della storia dell’arte a Bergamo. Nei 16 volumi che compongono l’opera infatti l’intera produzione pittorica in terra bergamasca, dalle origini al XVIII secolo, è ripercorsa non solo attraverso studi approfonditi ma anche in un ricco e raffinato apparato iconografico. Un corpus fotografico appositamente realizzato dal 1964 al 1980, parallelamente alla pubblicazione dei volumi, da alcuni tra i più apprezzati fotografi bergamaschi e che, custodito fino ad ora presso l’editrice Bolis, adesso viene ceduto alla Fondazione Bernareggi per essere adeguatamente riordinato, inventariato e alla fine reso finalmente accessibile al pubblico.

«Affidiamo alla Fondazione Bernareggi, perché sia messo a disposizione di tutti gli studiosi e gli interessati - ha sottolineato Emilio Zanetti alla firma dell’accordo, cui era presente anche il direttore generale della Banca Popolare di Bergamo Guido Lupini - tutto il materiale che è stato utilizzato per l’edizione della collana, che ha richiesto un impegno di circa 30 anni e che ha coinvolto i maggiori studiosi della pittura italiana. L’opera infatti, con la quale la Banca Popolare di Bergamo ha voluto valorizzare l’apporto dei pittori bergamaschi alla storia dell’arte predisponendo di essi una catalogazione pressoché completa, è presente in quasi tutti i musei del mondo. Con essa e dunque anche attraverso questo accordo l’istituto ha ritenuto di dare un contributo significativo allo sviluppo della cultura nel solco di una tradizione che l’ha sempre vista impegnata in iniziative importanti». Con questo fondo fotografico la fototeca del Museo Bernareggi diventa una delle più significative in Lombardia: «E’ per noi un onore e una responsabilità ricevere questo patrimonio prezioso utilizzato per una collana che è tuttora la base per lo studio dei pittori bergamaschi» ha dichiarato Emilio Moreschi che ha aggiunto: «Noi dovremo ordinarlo, catalogarlo e soprattutto renderlo fruibile. Per di più la raccolta va ad affiancare nel Museo l’inventario dei beni artistici della Diocesi di Bergamo, costituito da 280.000 immagini, oltre alla biblioteca specializzata per lo studio della storia dell’arte che è in via di allestimento».

Il carattere esaustivo del corpus fotografico del resto rispecchia quell’interesse per tutto il territorio della Diocesi che è tra le finalità precipue del Museo Bernareggi: «Questo comodato - ha concluso il direttore generale don Giuseppe Sala - fa chiaramente apparire come il Museo sia impegnato nel promuovere la cultura non solo nella città ma anche nella provincia e si raccordi con altri enti culturali». E non c’è dubbio che questa raccolta fotografica rappresenti una fonte documentaria fondamentale, come spiega il direttore operativo del Museo Gabriele Allevi: «Si tratta di una fonte storica straordinaria, importante per esempio per studiare le vicende e il destino delle opere. Le immagini infatti documentano di molti dipinti lo stato originale prima di interventi di restauro, la collocazione originaria prima di un cambiamento di sede, per non parlare degli approfondimenti che consentiranno in merito alle attribuzioni. Senza dimenticare che il livello qualitativo di tutte queste immagini è davvero molto alto». Il patrimonio artistico bergamasco può contare dunque da oggi su un nuovo e importante strumento di ricerca e valorizzazione.

(08/10/2003)

© RIPRODUZIONE RISERVATA