Checco, la politica gli tira la giacchetta
Ma lui è di destra o di sinistra? - video

Ma insomma Checco Zalone è di destra o di sinistra? Il dibattito impazza ormai dappertutto, specialmente dopo che lo ha visto gran parte del mondo politico, Matteo Renzi compreso.

Il premier però non ha rilasciato dichiarazioni all’uscita del cinema, nemmeno una del tipo «Zalone come me critica e irride i gufi e i rosiconi di questo Paese, Zalone è il vero cinema del Partito della nazione». Insomma, niente di niente, e già questa di per sè è una notizia. Forse la radice del successo dei film del cabarettista pugliese è proprio il contenuto bipartisan, il suo propendere per le larghe intese, e infatti tutti lo tirano dalla giacchetta. Persino Matteo Salvini ha detto di volerlo ministro della Cultura, nonostante Zalone abbia paragonato nel suo primo film («Cado dalle nubi») l’Alberto da Giussano a un «power ranger».

Ora lo tirano tutti dalla giacchetta, pronti a salire sul botteghino del vincitore. Per Brunetta l’attore è certamente berlusconiano, vista la sua critica liberista al posto fisso, ma anche il ministro dem Dario Franceschini ne ha parlato benissimo in un’intervista. Persino Scelta civica osanna il capolavoro zaloniano (al secondo posto - finora - per gli incassi di tutti i tempi in Italia con 52 milioni di euro e oltre sette milioni di spettatori, a un passo dal record di Avatar), dipingendolo praticamente come una specie di Corazzata Potemnik liberista per via della critica feroce agli statali e ai loro privilegi, compresa la tredicesima. È tempo che anche gli epigoni di Berlinguer aprano gli occhi. «Oggi la sinistra», dice compiaciuto il ministro Franceschini, «non ha più paura di Checco Zalone».

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