Ferro, tela e lame di luce
Tredici lavori di Dietelmo Pievani

Continua alla Gamec, a cura di Maria Cristina Rodeschini, il ciclo di approfondimenti espositivi dedicati all'«Arte a Bergamo»: fino al 10 giugno, lo Spazio ParolaImmagine ospita la mostra La materia delle idee che ripercorre, in 13 opere rappresentative, l'itinerario creativo di Dietelmo Pievani, «capace di connettere in una visione estetica - spiega la curatrice - elementi riguardanti la pittura, la scultura e l'architettura». Non a caso l'esposizione è accompagnata da un catalogo (Lubrina Editore) che contiene, oltre a un'intervista di Rodeschini all'artista, anche contributi di Walter Barbero e Sergio Crotti, due degli architetti con i quali Pievani ha collaborato in progetti di strutture pubbliche e private.

Il percorso espositivo prende il via dalla fine degli anni '50, quando l'artista con i Cementi sviluppa un proprio lessico all'interno del movimento Informale e inizia una ricerca sul rapporto forma-colore-materia che sfocia negli anni '60 nella serie delle Superfici bianche, «architetture» optical dove sottili lamelle in legno riflettono o assorbono la luce svelando immagini plastiche diverse a seconda del punto di osservazione. Ma l'immaginario di Pievani è destinato a cambiare ancora: «Ho sempre avuto un'idiosincrasia - afferma - per una produzione che, pur avendo il gradimento del fruitore, non avesse significato per me. Ho ricercato allora una via nuova, ho sentito il bisogno di misurarmi con immagini nelle quali scorresse il sangue». Così negli anni '90 ha inizio la «maniera nera» delle Composizioni dove, alla ricerca di una sintesi tra pittura e scultura, l'artista compone geometrie tridimensionali, realizzate con materiali eterogenei, tra cui legno, ferro, piombo, rame, tela e tempera, sui quali interviene anche pittoricamente.

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