I 50 anni di Jovanotti, vota la tua canzone
Ma resta un eterno ragazzo fortunato

L’eterno ragazzo fortunato che pensa positivo spegne 50 candeline. Da «Ciao mamma» a «La mia ragazza è magica» ci sono generazioni di canzoni che ci hanno fatto ballare e cantare. Qual è la tua preferita?

Lorenzo «Jovanotti» Cherubini, martedì 27 settembre scavalla il mezzo secolo. Cinque decadi attraversate con leggerezza (ma non con superficialità), sul filo delle sette note. Da quando poco più che ragazzino cominciò a stare dietro le console delle discoteche romane, per passare poi - in cerca di fortuna - dietro ai microfoni delle radio milanesi e infine in sala d’incisione e su palchi sempre più tecnologici e sorprendenti, in live dove ancora oggi ha ben pochi rivali.

Simbolo del giovanilismo esasperato della fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, Jova - sempre in movimento, sempre attivo - nel tempo è riuscito a rompere gli schemi, ad abbattere i pregiudizi del pubblico e dei critici dal palato più fine, e ad accreditarsi come uno dei cantautori più amati.

Figlio putativo di Claudio Cecchetto, che lo ha imposto con canzonette diventate hit come «1...2...3... Casino», «Siamo o non siamo un bel movimento», «È qui la festa», pur non sbagliando un colpo e inanellando successi dietro successi, non si è lasciato ingabbiare nella tela del cantante per adolescenti in vena di scatenarsi.

Il giovane di origini toscane, nato a Roma, è cresciuto in fretta, e con lui il suo pubblico. Abbraccia piano piano la canzone d’autore, dà voce alla coscienza collettiva, si impegna a livello sociale. Una tribù che balla, del 1991, è l’inizio della svolta. Il rap ruvido dei primi tempi lascia spazio sempre più alla world music (in chiave hip hop e funky), alle influenze della musica etnica. I testi si fanno via via più profondi e più attenti, toccano sì l’amore ma anche la filosofia, la religione, la politica e l’attualità, ormai cifra della sua scrittura.

«Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa, che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa, passando da Malcolm X attraverso Gandhi e San Patrignano» (Penso Positivo, 1993) diventa una sorta di slogan programmatico per più di una generazione. È il simbolo di un trasformismo artistico e d’immagine che si compie inesorabile per portarlo all’artista di oggi, che continua a non fermarsi e a incassare record e successi. «In questi giorni me gusta mucho strimpellare la chitarra - scriveva qualche giorno fa su Facebook -, sto andando verso la frontiera di qualcosa (tipo iniziare a scrivere roba nuova) e sto prendendo la ricorsa, ma con calma».

Tante le collaborazioni all’attivo in quasi 30 anni di carriera, tra cui spicca il tour con Pino Daniele ed Eros Ramazzotti del 1994, ma anche le colonne sonore per Gabriele Muccino (Baciami ancora, L’Estate Addosso) e le canzoni scritte per Laura Pausini, per Adriano Celentano, per Zucchero, solo per citarne alcuni. Pacifista attivo, si impegna con Emergency, Amnesty International, Lega anti vivisezione, Nigrizia e Data; ha contribuito alle manifestazioni in favore della cancellazione del debito, ha partecipato al Live8.

Per festeggiare i 50 anni, Lorenzo il 27 settembre pubblicherà sulla JovaTV (solo l’ultima delle sua intuizioni) lo streaming gratuito di Lorenzo nei Palasport 2015/2016. «La Universal Italia voleva fare un dvd e uscire per Natale ma li ho convinti a farvi un regalo per il mio compleanno».

Da «Ciao mamma» a «La mia ragazza è magica» ci sono generazioni di canzoni che ci hanno fatto ballare e cantare. Qual è la tua preferita? Scrivicelo qui inserendo il tuo commento.

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