Il rigore costruttivo e l’energia di Franco Dotti

Il rigore costruttivo e l’energia di Franco DottiRigore costruttivo ed energia vitale sono gli ingredienti di un linguaggio plastico che si confronta con la forma che si espande nello spazio: è aperta fino al 3 maggio alla Sala "Virgilio Carbonari" di Seriate ( Palazzo Comunale) la mostra antologica dello scultore bergamasco Franco Dotti (Bergamo, 1927), organizzata dall’Associazione Seriatese Arti Visive.

Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera, memore degli insegnamenti ricevuti da Giacomo Manzù e Marino Marini, la ricerca di Dotti, dopo gli inizi figurativi degli anni ’50, si allontana progressivamente dagli schemi classici alla ricerca di un linguaggio plastico assolutamente personale, che pian piano si fa strada tra suggestioni postcubiste e sperimentazione dei materiali, dal cemento bianco all’acciaio, dal marmo al bronzo. Lo testimoniano, tra le altre, le grandi strutture in cemento e marmo bianco realizzate dall’artista a Capriate, Azzano San Paolo, paese dove attualmente vive e opera, e Villa D’Almè. "Cesellare gli spazi" e "alleggerire i volumi", per citare quanto scrive in catalogo Pino Viscusi, sembra essere la costante preoccupazione dello scultore che si esprime nell’importanza assegnata alla manualità, all’aspetto del fare l’opera d’arte.La forma è decostruita, riassemblata, graffiata o lucidata ma soprattutto assecondata nel suo protendersi nello spazio, spinta da una forza dinamica e una tensione vitale che si genera al suo interno. Si vede bene nei disegni e dipinti esposti in mostra accanto alle sculture, dove un’unica linea continua e fluida costruisce passo passo la forma in un’alternanza di pieni e vuoti a cui nell’opera plastica corrispondono superfici concave e convesse, scabre e lisce, opache e luminose. "Scavare per esaltare il dentro - spiega lo stesso Dotti - Costruire una scultura non ammette compromessi, in quanto opero sulle tre dimensioni e l’opera risulterà inequivocabile solo se raggiunge l’armonia con lo spazio che la circonda". Così, alla fine, le sue sculture diventano "architetture" plastiche, congegni e strutture in cui le forme si intersecano, si sfiorano, si sovrappongono restituendoci insieme ad un estrema razionalità compositiva tutta la libertà dell’immaginazione che crea, sottraendo o aggiungendo alla realtà, nuovi organismi.

La mostra che ripercorre l’itinerario artistico di Franco Dotti dal 1945 al 2003 si può visitare da mercoledì a sabato dalle 16 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.

(18/04/2003)

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