«Partono i bastimenti»: in mostra la storia degli emigranti in America

Si inaugura il 22 ottobre e andrà avanti fino al 20 novembre, la mostra «Partono i bastimenti», allestita al Polo Fieristico in occasione della 27ª Fiera Campionaria. È stata presentata dall’Ente Fiera Promoberg, in collaborazione con la Provincia e il Comune di Bergamo, la Camera di commercio, la Niaf- National Italian American Foundation, l’Ente bergamaschi nel mondo e con il patrocinio del Ministero per gli italiani nel mondo. All’inaugurazione presenzieranno Deborah Grey, Console Generale degli Stati Uniti d’America a Milano, il Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia e Francesco Nicotra, vice presidente della Niaf. L’obiettivo è quello di scoprire e rendere omaggio alla storia di quei milioni di emigranti italiani che, tra il 1899 e il 1931 salparono alla volta dell’America e sbarcarono a New York, in ricerca di una vita nuova e migliore.

Grandi pannelli, quadri, foto storiche, poster, lettere, cartoline, documenti di viaggio, modelli in scala di famosi transatlantici ricostruiscono sotto ogni aspetto le fasi del grande esodo. Tra gli oggetti esposti, i puzzles che gli emigranti erano obbligati a risolvere per dimostrare di essere sani di mente. E poi opuscoli e guide per gli aspiranti cittadini americani, documenti di richiamo per i familiari e anche drammatici atti di rimpatrio. Un’interessante sezione della rassegna è dedicata all’emigrazione in Argentina, dove nella Buenos Aires dei primi anni del ‘900 compositori, cantanti e musicisti quasi tutti italiani (cosa poco conosciuta) espressero, nelle canzoni del tango, la nostalgia per la Patria perduta e raccontarono drammi, gioie e speranze della nuova vita nella città della Plata. Il percorso prosegue con la vita nelle Little Italy, documentato, oltre che da molte significative immagini, da insegne pubblicitarie di negozi italiani, libri, opuscoli e spartiti molto rari di canzoni pubblicati a New York nei primi decenni del ’900.

Nel 1915 circa 300 mila giovani italo americani sentirono il dovere di riattraversare l’Atlantico per accorrere in difesa dell’Italia. E furono oltre un milione (il dieci per cento delle Forze Armate statunitensi) i giovani italo americani che dopo Pearl Harbor si arruolarono nell’Esercito degli Stati Uniti. Per non dover trovarsi a combattere contro la Patria di origine, molti chiesero di essere inviati sui roventi fronti del Pacifico, come il sergente John Basilone, il più decorato marine della seconda guerra mondiale, caduto in battaglia pochi giorni prima della fine del conflitto.

Nel settore dedicato all’affermazione degli italo americani nei vari campi, illustrato con foto, pubblicazioni, posters e documenti vari, incontriamo personaggi di fama mondiale, come Joe Di Maggio, Frank Sinatra, Lee Incocca, o come il giudice della Suprema Corte degli Stati Uniti, Antonin Scalia e tanti altri personaggi che hanno onorato il nome dell’Italia in terra d’America.Un focus è dedicato ad Antonio Meucci, lo sfortunato inventore del telefono, che nella sua casa di Staten Island (New York) ospitò Giuseppe Garibaldi, esule in America dopo la fine della Repubblica romana del ’49.

(21/10/2005)

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